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GOMITOLO DI FERRO



GOMITOLO DI FERRO
Alla fine quel che doveva essere non è stato. La cattura del colpevole, dei colpevoli di aver messo tre bomboloni davanti a una scuola, da facile, imminente che pareva ha preso tutto un lungo giro, arabescato, per arrivare alla sua conclusione più deprimente: l'impotenza. E bisognava complicarla, la faccenda, perché questa è l'esigenza dell'informazione diventata intrattenimento (c'è un termine anglosassone apposta, infotainment), della confusione più o meno surreale tra vero e verosimile, reale ed iperreale. C'è la solita titubanza di investigatori e soprattutto inquirenti, indecisi a tutto tranne che a mostrarsi in televisione come aspiranti tronisti, con il che finiscono per darsi sulla voce come galletti di un grottesco pollaio. C'è la rete dei social network, nella quale ormai entrano anche i siti dei giornali, che non aiuta, che lascia diffondere prima l'identikit di una persona sbagliata, uno straniero addirittura, per un altro attentato, poi quello "giusto", con la faccia velata ma perfettamente riconoscibile, tipo quando mettono due stelline sui capezzoli di una sesta naturale o due puntini sugli occhi di un bambino, sì che l'uomo nero può filarsela per il tempo che può. Ci sono i reporter coi baffi come Ruotolo, che come apprendisti al primo articolo danno in pasto all'opinione pubblica il colpevole sbagliato, tirandosi dietro gli altri. Ci sono i complotti, le dietrologie, le fantasie, le parole in libertà di quelli che a tutti i costi vogliono scomodare la mafia, cioè Berlusconi, o il terrorismo, per dire che Monti deve andarsene. Ci sono i significanti al posto dei significati, anche nella trafila giudiziaria per cui le ipotesi più estreme, dalla mafia al terrorismo, lasciano il posto al gesto di un verme e tuttavia vengono palleggiate tra procura normale e antimafia perché si ipotizza l'attentato eversivo non in sé ma per le conseguenze potenziali, come dire che non ci arrendiamo alla banalità del male, troppo banale, bisogna ingigantire se no figura ci facciamo? Tutta roba lunare, che ostacola la comprensione di un crimine banale, rozzo, tre bomboloni in un cassonetto davanti a una scuola femminile, quanti possono essere a Brindisi, non a New York, i mostriciattoli capaci di una simile vigliaccata, che solo il caso, l'inettitudine o la mano di Dio non ha reso apocalittica?
Ma ha complicato tutto l'incompetenza, equamente spartita tra informazione, magistratura e la stessa politica, confuse nei rispettivi ruoli ma ugualmente dipendenti da un doping mediatico del quale si direbbe continuino a sottovalutare gli effetti perversi, a non capirli. Si è dovuto srotolare un gomitolo di ferro per neppure arrivare al bandolo. Le dichiarazioni dei vari Napolitano, Cancellieri, di qualche inquirente, di molti invasati, sono state temerarie. E ancora c'è gente che non si rassegna, che scomoda scenari allucinanti non perché ne abbia riscontri ma per poter vendere più copie oppure, chissà, solo perché trascinata in questo tempo allucinato dove quello che succede non conta niente, conta quel che avrebbe dovuto succedere, che si voleva fosse successo. E alla fine l'unica cosa che si sa è quello che non si sa, le cose non stanno come stanno ma stanno come non stanno, come non sono, la potenza della suggestione, del sogno, della malizia, dell'idiozia s'impone. Conta l'irrealtà.

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