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STAZIONI


Non sai che ci si muore

STAZIONI
Stazioni, tu le vedi passare
Le attraversi e non sai
Che ci si muore
Su una panca riversi mentre suore
Stendono una coltre di squallore
Oltre le traversine del dolore
Bianche di sole, nere nelle vene
Di banchine piene d'impazienze
Quadriglie d'echi, danze di stridori
Di destini che deragliano strani
Le stazioni. Con i suoi gerani
E le rovine di quei casermoni
Coi finestroni rotti come denti
Distratti, ostelli di ratti,
Spenti graffiti. Le vorrei viaggiare
Fiutare ogni volta le atmosfere
Specie quelle che non si può dire
Ma il treno parte. Nega l'avventura
Della morte da vita travestita.
C'è una calma qui che fa paura
Spalma un velo di gelo che t'annega
Nel capolinea di ogni verità
Di tutti i sogni che non farai più
Un megafono graffia l'aria scura
Soffia addosso a un uomo la premura
E il resto della notte resta là
In quella folle tragica città

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