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MANTELLO

Alamari nello spazio eterno

MANTELLO
Bella notte, tu stendi nel letto
Del cielo le lenzuola blu scuro
E nere della sera e non ti curi
Di domande che le stelle allacciano
Alamari nello spazio eterno
Brillano allagando il mondo
Di silenzio ed io non sento niente
Appartenermi. Io sono un estraneo
Gendarme assonnato, sono un sasso
Dentro al mare o sulla litoranea
Dove passano oscillando i camion
Che trascinano la vita più brutta
Notte d'oro, di pioggia e d'assenzio
Di lavoro, d'impazzito amore
Presente, passato, mai venuto
Notte assurda, di sordi rimpianti
Di canti lontani, scie di cani
Stanca notte in bianco che ti stronca
Notte che non vedo mentre arranco
Nei banchi di nebbia in Val Padana
Plumbea notte di misteri sparsi
Dispersi nei vicoli del tempo
Malfamata stanza di pensione
Stilizzata come in un fumetto
Notte di ruffiani alla stazione
Tra le ombre lugubri dei treni
O dei pini lungo un cimitero
Notte illuminata da Chet Baker
Che consumo libro dopo libro
Fumo di una pipa, notte cupa
Ma comunque sia meravigliosa
Solo in te si osa essere veri
Proprio come non si è mai esistiti
Sotto i tuoi vestiti, notte madre
E figlia e puttana, notte strana
Che mi sbrana, che non ha pietà
Di promesse da sempre appassite
Di parole inutili, di scuse
Mendicate nelle luci accese
Di lampioni gialli, di fanali
Di semafori di città irreali
Notte di balcone su una valle
La distilli mentre scendi e sali
Scale musicali di cicale
Notte piena d'incontri di brace
Sei randagia, sei veleno in vena
Notte per morire, andare via
Sopraffatta l'ultima agonia
Notte in bicicletta quand'è estate
E ti scontri al vento vellutato
Notte bella come il mio mantello
Notte dentro, notte, tu sei tutto

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