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VORREI SAPESTE

Quello che c'è da portare io lo porto

VORREI SAPESTE
Vorrei sapeste
La brina che ho nell'anima al mattino
E la notte quando crollo a dormire
Vorrei sapeste
Quello che c'è da portare io lo porto
Tutto nel cuore, ch'è un sacco distrutto
E ogni parola che vivere vi fa
Prima uccide me senza pietà
Mi spacca la testa, mi fa piangere
Vorrei capiste
Il ghiaccio di un amico che va via
E non lo sai perchè
S'infrange come una poesia
Sciolta nel nulla se non la catturi
Vorrei sapeste, quali racconti oscuri
M'ha proposto la vita e ho custodito
Taciti rimorsi d'atti impuri
Gesti isterici, squallide avventure
E pallide illusioni. E distruzioni
Di famiglie, di carriere, destini
Come foglie sconvolte da rovine
Che tante volte il vento m'ha portato
Frammenti di vite sparse in terre
Riarse che non so come fare
A ricomporre. Eppure ci provo
Qualcosa trovo, una rosa di carta
Per dare torto ad una sorte storta
Qualcuno ha ancora forza, si rialza
M'abbandona come un peso morto
E l'oblio sarà il mio solo dono
L'addio di chi riprende il cammino
Lasciando torve piste di rimpianto
Vorrei capiste poi le processioni
Desolate lungo strade vuote
Ammalate d'aridi giardini
Ogni volta più curvo di sgomento
Vorrei provaste
Una festa da solo quanto costa
Non basta un volo d'ali già stremate
A un cielo lacerato da tempeste
Che esplodono una Messa di domande
Vorrei sapeste
Come si resiste
Quando il canto è una missione triste

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