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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

ANNI DI VITA

" H o avuto l'enorme piacere di leggere "anni di vita" (l'ho acquistato su amazon, comodissimo!). come potevo perdermelo? ebbene, credo che oltre a tutte le cose che hai elencato nerino e camillo ti abbiano regalato anche un rinnovato stile di scrittura, che ho trovato molto divertente. ho riso e pianto, naturalmente, sul tuo libro. e soprattutto mi ci sono ritrovata in molte cose. con il cane che vive con me da tredici anni e che considero come una sorella minore, quella che non ho mai avuto, ho imparato a vedere il mondo con occhi diversi, a interpretarlo con i suoi e mi ha aperto un mondo. è grazie a lei se ho sviluppato una maggior sensibilità verso alcune tematiche. non vado oltre perché corro il rischio di essere patetica, come hai confessato anche tu nel libro. però sappi che ti comprendo benissimo. grazie anche per i sempre interessanti articoli sul faro, imperdibili ormai..." Sara, Fano Disponibile via  SMASHWORDS

CHIEDI SU ME

Si avverte un disagio sottile nell'ascoltare il nuovo singolo di Renato Zero, “Chiedi di me”. Come davanti ad un eccesso di intenti, a una sovrabbondanza di significati. Come se davanti a noi ci fosse uno che vuole convincerti di qualcosa, di non essere mai cambiato, di essere sempre quello. Come davanti ad una excusatio non petita. Forse, per non dire sempre, quando si arriva a voler convincere gli altri, è il segno che in realtà si dubita di noi stessi, si vuol persuadere noi stessi. Zero, da uomo intelligente, non può non avere intercettato le p erplessità intorno alla sua figura e alla sua musica, sempre più rassicurante, sempre meno spiazzante; e, da artista intelligente, non può non averne provato a sua volta un disagio, un fastidio, che infine dev'essersi fatto ingombrante: adesso vi faccio vedere io. E ve lo dimostro con questo nuovo lavoro che fin dal titolo reca la classica dichiarazione d'intenti: AMO. Un disco del quale si parla da mesi, e che l'interes
Thyssen, la Germania comanda. E la magistratura corregge se stessa. Da una sentenza esemplare ad una che lascia senza parole. Ma con tante lacrime e stavolta non sono vittimistiche le urla dei parenti dei morti, stavolta la rabbia e la disperazione sono vere e pienamente legittimate: non è questione dei sei anni in meno, ma della diversa configurazione del delitto: non più omicidio volontario, ma una leggerezza, per quanto pesante. Signori in toga, non la smetteremo proprio mai con certo cavillare, non onorevole, sulla pelle dei cadaveri? Giudicare imprudente chi permise una strage è comprensivo, è offensivo, è uccidere di nuovo gli uomini arsi vivi, e uccidere chi li piange. C'è o non c'è un problema giustizia, al netto della faida con Berlusconi? Ma sì, rifatevi la verginità con lui, con le sue festicciole con puttane di consolidata professione, con le sue corruzioni a De Gregorio, sostanzialmente vere ma giudiziariamente non sostenibili. Ma non è così che i piccoli Ingroi

LE RAGIONI DI UN VOTO

Parlo con un amico che non sento da tempo. “Uhè, Max, come va? Hai votato?” “No, come sempre. Avevo una mezza simpatia per Fare di Giannino, e poi guarda com'è finita. Adesso passano altri 20 anni almeno. E tu, hai votato?” “Sì sì, io ho votato, tanto son tutti uguali”.  “E chi hai votato?”.  “Grillo, tanto son tutti uguali (ridacchia, un po' imbarazzato)” “Grillo??” “Sì, sì!!!” (fa una smorfia, come i bambini colti sul fatto, poi simula una risata) “Ma cazzo, ma come Grillo! Ma non lo sai che è pericoloso?” “Ma sì, che ne so, io, voto di protesta... Tanto son tutti uguali Max!” (altra smorfia) “Ma scusa, tu lo sai cosa propongono e non propongono? C'è gente che non sa neanche dove è capitata. Io almeno su Giannino avevo le idee chiare, fin che non è venuto fuori che contava palle” “No, non so niente, è un voto di protesta, dai, così per fare... Ma sì, vaffanculo! Anche... Anche X l'ha votato!, pensa! Ih! Ih!, Ih!” Passo a parlar d&

IL FARO N. 8 anteprima

Cosa si intende per innovazione? Che probabilità ha, allo stato, in Italia? Cosa c'è scritto nell'agenda Grillo, che ora dovrebbe diventare programma di governo? Che fine fa La7, oberata di debiti? Fin dove può arrivare la follia di Equitalia nell'epoca di Monti? Davvero dobbiamo chiudere gli occhi davanti a un bullo che domani può diventare uno stupratore? E Corona, è proprio un poetico ribelle, un pirata che rifiuta di sottostare alle leggi, oppure il suo ruolo non si ferma a quello di ricattatore dei ricchi e famosi? Questo ed altro nel Faro n. 8 , spedito agli abbonati via email da sabato 23 febbraio. Fatto in casa, perché chi fa da sè, fa per te.

BASTANO I SOGNI

Non capisco cosa aspett a no i grillini, dove già comandano, ad abolire le istituzioni classiche. Non vanno bene, sono tipiche delle democrazie rappresentative, che hanno fallito, che sono corrotte, che son roba da PDL Pdmenoelle, adesso ci vuole la democrazia diretta. Tutti belli collegati, sotto gli occhi del mondo, ogni giorno, 24 ore su 24, per qualsiasi cosa, senza segreti, senza zone d'ombra, senza esercito, senza polizia, tranne quando bisogna legnare i giornalisti pennivendoli che vogliono assistere, e ciascuno dice la sua su tutto, chè uno vale uno, e poi si prendono le decisioni tutti insieme su tutto. Che ci vuole? Una metropoli come New York, da 10 milioni di abitanti, per dire, non la amministri meglio così? Ma quali problemi, quali specificità, tutte cazzate degli zombi, via con i pannelli, i baratti, i pedali, e poi ci sono i sogni, un grande sogno, come dice Beppe, grande Beppe! Dici che non si può? Tu dici che non si può? Che le competenze servono, che le isti

IGNORANZA ATOMICA (CARBURANTE PER GRILLO)

Estrapolo da uno scambio nei commenti di facebook, che a molti dei miei pochi lettori sarà probabilmente sfuggito: ma è indicativo di come sta combinato questo scombinato Paese, di come la gente vota, del livello infimo di conoscenza generale, dell'immorale rinuncia ad approfondire problemi che sono di tutti per rifugiarsi sempre nel solito conformismo, penoso perché saccente, intollerante e ulteriomente aggravato dalla matrice ideologica ovvero “religiosa”. La discussione si dipana da un tweet, rimandato su facebook, nel quale rilevo l'ottusaggine di chi si dice convinto che Grillo avrebbe arginato l'avanzata di Berlusconi. Concetto miope, sclerotizzato: l'antagonismo di Grillo ha sottratto massimamente voti all'antagonismo di sinistra, alla sinistra accusata di eccessivo moderatismo, di collusione col potere, di vecchiezza. Di commento in commento, spunta a un certo punto una interlocutrice, che non mi aveva mai scritto prima, e che, non ho capito per quale

UN MESE FA

L'ALTRO PERBENISMO Si è sviluppato, mi pare, un curioso cortocircuito per cui ad alimentare davvero l'antipolitica sono quelli che a parole santificano la politica e vorrebbero salvarla dall'antipolitica. La faccenda, in sé inquietante, non viene percepita a causa dell'automatismo ormai conclamato delle scelte e di un ragionare debole ma imposto con lingua e mentalità di legno. Guardo alla Lombardia, a Milano, il mio mondo perduto. Milano, che da decenni non si ritrova più, che non ha saputo assorbire l'ultima ondata migratoria, non più dalle campagne come nel primo Novecento e poi dal sud dell'Italia come nel dopoguerra, ma dal mondo, e che lentamente s'è arresa. Oggi la metropoli ha il problema di una succesione decente all'incredibile gestione Formigoni, questo miscuglio di integralismo e affarismo, e la sinistra cosa fa? Impone un candidato di bandiera, tale Ambrosoli, nome meneghino d'accordo, ma con quali credenziali? Che lui, l'a

FATTI LA BARBA E VA' A CASA

Eravamo abituati a farci due risate con Bondi che interpretava Berlusconi. Adesso abbiamo Scanzi per Grillo, un esegeta, un succedaneo, uno che ci ha fatto su un libro e, assai opportunamente, sono tre anni che parla del soggetto del suo libro (Mondadori, a proposito), anche se, en passant, fa pure il provocatore da telecamera, come oggi che a una poveretta del PD ha detto che loro non sono bravi neanche a vincere con la playstation. Ironia da scuola dell'obbligo. Ma non era lui che sgomitava, ancora ragazzetto, sul palco della Festa dell'Unità insieme al candidato sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, PDS? E non è lui quello che, intervistando ad nauseam sul Mucchio o sul Manifesto il suo caro amico Daniele Luttazzi, quello delle comiche clonate, gli lasciava dire senza un fiato che Maurizio Costanzo era un piduista, il segretario di Gelli, un pericolo per la democrazia, e poi è finito a fare la prefazione ad un libro di Costanzo, omettendo qualsiasi allusione alla P2? E scriv

DEPOSITI CALCAREI

La bestemmia degrada l'uomo Ma non è poi vero che la gente voglia Grillo. Grillo passa. La gente non vuole più la sinistra statalista, ossidata, tassarola. Le cose stanno così. La sinistra massimalista, egualitaria, memorialistica è un documentario che va bene per un elettorato di giovani-vecchi in fascia scolare, che in Italia va dai 18 ai 30 anni. Dopo basta, dopo rompe i coglioni perché a quel punto o lavori o non lavori e in entrambi i casi hai il problema di campare fra i vivi, non al museo delle cere. E la pesante vaghezza del Bersani, i suoi giaguari da smacchiare, il suo disprezzo per chi ha paura di pagare le troppe tasse, non lo vuole più sentire, se ne angoscia. Molti avrebbero scelto Renzi, anche indecisi, anche distratti, ma le primarie lo hanno congelato, erano una farsa e in tre o quattro milioni si sono prestati perché sono soldatini che votano tutto, scambiando questo impulso pavloviano per democrazia e contribuendo regolarmente a mantenere un politburo in

NON CI RESTA CHE RIDERE

Le elezioni le han perse tutti, ma più di tutti le ha perse Grillo. No, non sono pazzo, come qualcuno già sospetterà, e non sono neanche tanto meschino da rifiutare la realtà. Grillo perde perché ha troppo vinto, perché si è allargato al punto da non poter più controllare il suo successo. Non è solo la quota fisiologica, ma sospetto molto alta, di ladri e di puttane pronti subito a svendersi. Quelli che lo mangeranno sono i fanatici, i fedeli alla linea. C'era pochi minuti fa dalla Gruber una testolina sventata, una esaltata che già aveva in bocca il politichese più triste, più squallido: non saremo noi ad andare dagli altri ma gli altri a venire da noi, ogni volta che qualcuno farà una proposta in linea con le nostre, sia Bersani o Berlusconi, noi la voteremo. La signorina era (politicamente) oscena per due ragioni. Una, loro non hanno mai proposto niente a parte la bava degli insulti quindi qualsiasi proposta in potenza va bene; due, non saranno loro a decidere, a proporre,

DRAMMATICA GRAMMATICA

Mi dicono: ma chi ti credi di essere per dar lezioni a tutti, per trattare tutti da somari? Rispondo: uno che ha studiato. E non dà lezioni, ma neppure consolazioni. E mai si è sognato in vita sua di umiliare un vecchio che non ha potuto farsi una istruzione, ma si fa un dovere di umiliare tanti giovanotti che, almeno a imparare ad esprimersi da cristiani, potevano e dovevano arrivarci. Non è possibile che, nelle mail, nei commenti, io venga sommerso da grandinate di strafalcioni per tutte le età, i sessi e i curriculum: i “qual'è”, gli “un'albero”, i “và”, i “sò”, gli “stò”, per non parlare della sciatteria , del giardino dei refusi, la consecutio futurista, la sintassi allucinogena, la distonia verbo-soggetto, la logica psichedelica (per forza). Una totale, vertiginosa incapacità di esprimersi, di rivolgersi, al punto da sbagliare i nomi, le formule rituali, un analfabetismo da Ritorno a Montegrano, presociale, prenovecentesco ma laido in quanto gratuito, confortevole, p

PURO MARKETING

Io lo capisco. Le elezioni sono una grande liturgia laica, una grande messa in culo, c'è gente che proclama urbi et orbi “Ho svolto il mio dovere di cittadino” e non sospetta d'aver pavlovianamente obbedito non a un diritto ma, appunto, a un dovere che li riduce da cittadini a sudditi. Se non ci credete, immaginatevi chi si fregherà le mani ad ogni “cittadino” che li rivota, temendo altrimenti di non essere abbastanza tale. Io lo capisco, c'è chi non ha altro, possiamo essere eroi solo per un giorno. Io lo capisco. Il problema è chi non lo capisce. Il problema della destra, per dire, al netto che è pien a di figuri , cosa nient'affatto pregiudizievole oggi, è che non hanno il senso del marketing. Non lo capiscono proprio, e sì che sono la destra affarista, industriale. I giovani votano TUTTI a sinistra, perché va di moda, perché si sentono in dovere di farlo essendo giovani, perché li fa sentire giovani, proiettati nel futuro. Comprano la sinistra come uno smartp

L'UNICO MODO

E pensare che c'era un modo per evitare tutto questo. Un modo semplice, nonviolento, ecologico. Non votare. Non votare più, non restare complici, non fingere ancora di credere in questo Stato che si chiama Equitalia, che è pura imposizione, autoritarismo irresponsabile, burocrazia che schiaccia e che uccide, in questa democrazia dei partiti, in questa perenne spartizione di tutto. Non accettare ancora l'alternativa tra una politica malvivente, che abbiamo provato fin troppo, e un'antipolitica in odore di dittatura, che non è affatto consigliabile provare. Bastava questo, prendere atto che non c'erano alternative e scegliere il silenzio, la rinuncia operosa. Non votare, al novanta per cento, per poter davvero ricominciare da zero. Ma vi hanno conformato, lo Stato dei partiti, della Costituzione mai applicata, questo Stato della retorica delle bandiere e della terribile brutalità delle cartelle esattoriali, vi ha messo addosso una paura del diavolo, vi ha insufflato l

IO SO (' PAZZO)

Io lo so che si balla fin che si balla ma poi i giochi si decidono prima e altrove. Lo so che i sondaggi che girano son fumo negli occhi, al massimo profezie che si autoadempiono, ma i dati veri non circolano perché le elezioni vanno come dovevano andare. E so che Grillo voleva solo scherzare e farsi una pensione, anche se adesso ha perso il controllo, constatando quello che non si aspettava e cioè che le istituzioni sono troppo sfilacciate, troppo allo sbando, forse, per arginarlo. E lo so che Berlusconi a un certo punto ha frenato per non togliere troppi voti a sinistra, ovvero si sono ricompattati come sistema proprio per non far tracimare questo pazzo analfabeta, fomentato da un nugolo di giornalisti cinici e irresponsabili, questo manichino senz'altre ricette che la distruzione non creativa. Così come so, d'altronde (e l'ho già scritto), che se Berlusconi è tornato su non è perchè ha chiesto quante volte gode a una hostess che si divertiva molto finché non le han

IL BLUES DELLA BUGIA

Qui mentono tutti Chi ride, sorride Chi piange ed è onesto E in testa ha le frange Di allori di paglia Chi non fa mai questo Ne' quello e si squaglia Negli alibi suoi Terribili poi Da dietro la porta Di un'anima sporca E mentono tutti I baci son rutti Le finte carezze Che stendono aguzze Polveri di vetri E mentono i ricchi E i poveri cristi Così umani e mesti Che invidiano i ricchi Non vedono spacchi Negli specchi rotti Da facce di bronzo E ghiacce coscienze E mentono tutti Con sincerità Che inventano sempre Che comprano usata E senza pietà Mentiranno ancora Di verità opache Bave di lumache Dagli anni deposte Nei resti del cuore Di menzogne un mare Un pugno di bolle Un bagno di stelle Di follie dipinte Cascami di sbagli Fra tagli e ricami Frattaglie già andate Giuramenti a ondate Di falsità un bosco Di s

TUTTO RESTA UGUALE

Votate per chi vi pare e non venit emelo a dire, io non sono un gesuita. E invece, i n un solo mese, breve ma intenso, di campagna elettorale, partendo dal presupposto che non avrei votato, mi son sentito dare, in pubblico e in privato, nell'ordine, del: berlusconiano maiale, tangentaro, mafioso e puttaniere; culattone vendoliano; omofobo; manettaro di Ingroia; neoliberista di merda; gelataio come Giannino; faccia di merda di Monti; feccia di Forza Nuova; zecca comunista; fogna di Casa Pound; grillino deficiente (sic!), e di sicuro me ne son lasciato qualcuno per strada. Su una cosa sola tutti questi interlocutori erano d'accordo: “E tu non offendere, che brutto carattere che hai, io mica ti ho offeso, noi del partito X siamo gente civile”. D'accordo. Ma giuro mi cascasse se mi metto ancora a litigare di politica, al bar, su facebook, o in confessionale. Tra l'altro, quando cerco di dirottarli sulla razionalità, sulla concretezza di argomenti e di programmi, comin

PERSO PER PERSO

In cosa sta il nazismo di Grillo e dei suoi fanatici? Che per attaccarti hanno un'arma sola e sempre quella, la diffamazione, sui soldi, vale a dire quello che più li ossessiona. Non potendo competere sulla cultura, che non hanno, sulle idee, che sono balzane, insinuano: servo del potere, pennivendolo, ladro. Viene un analfabeta grillino sulla mia pagina e dice che mi son fatto i soldi coi fondi dell'editoria sovvenzionata a un giornale per cui lavoravo, e che personalmente non ho mai visto neanche passare. Il cantante Edoardo Bennato fa un pezzo sul Grillo Parlante, inserito in un musical su Pinocchio, e subito, automatici, pavloviani, i grillini: ladro, buffone, ho bruciato i tuoi dischi, “ facile fare il democratico di giorno e poi il menestrello giullare alla corte di qualche potente. Non ti biasimo pure tu devi campare”. Ma chi l'ha detto poi che questi ossessi sono onesti, sono disinteressati? E dove sta scritto c he sbandierata onestà fa rima con capacità? Ma se a

ANTOINE AVEVA GIA' DETTO TUTTO

Se aspettava una settimana non perdeva la tramontana

IL MIO AMICO DIRETTORE

Via Smashwords, Amazon e in tutti i negozi digitali Le banche sono una cosa, i direttori possono esserne un'altra e io ho un direttore di banca che è un angelo. Ogni tanto vado a trovarlo come con un vecchio amico, ed esco dal suo ufficio con la sensazione che ancora non è tutto finito a puttane, che le brave persone ci sono ancora e lottano insieme a noi. Ho scoperto sul mio conto una spesa misteriosa, non eccessiva in assoluto ma micidiale per i miei risparmi al lumicino, e così vado a chiedergliene conto. “Stavolta la banca non c'entra – mi spiega – questo è il famoso decreto Salvaitalia, di fatto una patrimoniale surrettizia, chiamiamola per quella che è, diciamo pure che la patrimoniale, poi se ne metteranno un'altra non lo so, ma una già ce n'è”. Poi aggiunge che non ne può più, il suo ufficio è diventato un confessionale, decine di storie irriferibili, di pianti che restano lì, tra quelle quattro mura, lui fa quello che può ma quando è costretto a dire “

LA BOLLA DI BALLE DI GIANNINO

Ma io Giannino lo voto comunque.   Lettere f irmate e non Ma certo, ci mancherebbe, tu puoi votare chi vuoi, almeno finché non comanderanno Grillo, Ingroia o Casa Pound. Ma il punto non è questo. Il punto è che Giannino, non è vero che ha commesso una leggerezza: l'ha fatta grossa, invece: per la sua vanità di provinciale, di complessato sociale, finisce per riabilitare un cialtrone come Berlusconi e regalare voti a Grillo. L'ha fatta grossa, perché in tanti ci credevamo. Ci fidavamo. E invece lui è come quei falsi preti che confessano ignari fedeli per tutta la vita, come quelli che cavano denti senza essere dentisti: un caso clinico o da telefilm, e ad uno così, il mio destino non lo affido. Proprio perché ha contribuito a rendere la politica una bolla di balle, roba da fiction. E non credo neppure che si tirerà in disparte: non sarebbe subito andato dalla Bignardi a rivendicare, in definitiva, quello che è. La vanità, quando è patologica, non guarisce (tutt&

UNO

Non so come dire. Ma io queste cose le ho già sentite. Non personalmente, non c'ero, ma le ho sentite nei documentari, nelle pagine lette. La gente, che è vile, rinnega ogni responsabilità, si lava le mani di tutto nel lavacro della furia, manda chi urla di più a ripulire le proprie nefandezze e quelli che urlano, il giorno dopo, non sbraitano più. Non ne hanno più bisogno. Ti dicono che se la prenderanno con “loro”, e solo con “loro”, perché loro sono diversi da noi, diversi da te e quindi non hai niente da temere. Loro sono la politica che si è rinnegata e quindi meritano una punizione esemplare. E ti dicono che no, questi nuovi loro, che poi siamo noi, che poi sei anche tu, perché uno vale uno, perché tutti siamo lo stesso, no, non saranno, non sarete come quelli di prima. Che l'antipolitica non sono loro, erano “loro”, quegli altri. E verranno puniti. E verrano spazzati via, con la scopa di Dio. Poi vanno avanti dicendoti che, beh, qualche limitazione, qualche piccol

LA BALLATA DEL GIANNINO

Io mi fidavo Caro Giannino Ma tu mi hai preso Per un cretino Io ci credevo Per una volta Ma già mi pento: Fesso chi ascolta Caro Giannetto Dal CV imperfetto Dacci un po' un taglio Non fu uno sbaglio Non era meglio Caro il mio Oscar A questo punto Andarsene al bar? Perché una faccia Da curriculum O prima o dopo Va a fare “Bum!” Caro Giannino Fermare il declino? Meglio non Fare che Fare casino Ma sia ben chiaro Io ancora ti stimo Perché c'hai cuore Know how e rigatino Caro Giannino Da' retta a me Non è importante Fare il premier E soprattutto D'ora in avanti  Tu lo prometti  Non ci son santi Che non inventi Da Ales a Broni Che poi Zingales Rompe i coglioni

YOKO ONO E LE ALTRE DARK LADY DEL ROCK

YOKO ONO E LE ALTRE DARK LADY DEL ROCK da Lettera 43

IL SOSPETTO

Non so come dire. Mi trovo su un vecchio treno, non nello scompartimento ma dove si sale e si scende, davanti al cessetto, tutto è di un chiaro gelido, tutto è quasi bianco. Fuori dal finestrino opaco, sporco, il mattino, bianco, di una luce incolore, che f erisce gli occhi, sa di tragitti verso compiti in classe, di scampagnate controvoglia, di processioni a santuari, di carrozzine sospinte , di corsie d'ospedale, di tempo malato, sa di vita morta, di natura morta, il treno corre ma non so verso dove, corre e basta e mi trasporta, pacco abbandonato dalla vita. Fuori dal treno un mondo che non capisco, dove la gente impazzisce per un comico aspirante dittatore, dove un altro, un tipo eccentrico, s'inventa un partito dopo essersi inventato lauree e diplomi, un altro ancora manda false lettere del governo dove ti rimborsano dei soldi, il papa si dimette per paura d'essere ucciso dai cardinali, i giornalisti litigano fra loro inscenando psicodrammi da smidollati, le do