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IL SOSPETTO


Non so come dire. Mi trovo su un vecchio treno, non nello scompartimento ma dove si sale e si scende, davanti al cessetto, tutto è di un chiaro gelido, tutto è quasi bianco. Fuori dal finestrino opaco, sporco, il mattino, bianco, di una luce incolore, che ferisce gli occhi, sa di tragitti verso compiti in classe, di scampagnate controvoglia, di processioni a santuari, di carrozzine sospinte, di corsie d'ospedale, di tempo malato, sa di vita morta, di natura morta, il treno corre ma non so verso dove, corre e basta e mi trasporta, pacco abbandonato dalla vita. Fuori dal treno un mondo che non capisco, dove la gente impazzisce per un comico aspirante dittatore, dove un altro, un tipo eccentrico, s'inventa un partito dopo essersi inventato lauree e diplomi, un altro ancora manda false lettere del governo dove ti rimborsano dei soldi, il papa si dimette per paura d'essere ucciso dai cardinali, i giornalisti litigano fra loro inscenando psicodrammi da smidollati, le donne parlano solo del loro essere donne, due tipi patetici sono andati a Sanremo con dei cartelli per dire che andavano a sposarsi a New York, beati loro, tutti si guardano allo specchio, e volano lanci d'agenzia che dicono “Resta in carcere il tossico che ha ucciso la madre con 35 coltellate”, come se ci fosse bisogno di darne notizia, come se fosse una cosa incredibile, inaudita, inaccettabile. Io ho paura di far caso a tutto questo, paura di dirlo perché è come ammettere di vivere avvolti nella pazzia, e se tu vedi la pazzia allora può darsi che il vero pazzo sei tu, e dopo tutti ti dicono che sei pazzo, ti insultano, ti mandano al manicomio, è meglio che il folle sia uno solo piuttosto che tutti quanti. E così non lo dico, non lo penso, mi ordino di dimenticare il sospetto, mi convinco che no, va tutto bene, va tutto come deve andare. Guardo fuori ma il vetro è opaco, filtra solo una macchia bianca, bianca come tutto il resto qui dentro, e il treno corre e non so dove vado ma mi sento male, mi sento malato. Non so come dire.

Commenti

  1. è mai possibile che, al saldo di tutto questo, ci ritroviamo a sentirci, essere, soli più che mai? è vita questa?

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