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FUORI


Mi si è leggermente chiuso lo stomaco, poco prima di cena. Incappo in una opportuna cronaca di Libero su un fatto di non secondaria importanza, la “zingarata sborona” dei giornalisti Facci e Cruciani che salgono al festival di giornalismo di Perugia in Jaguar nera, tipo quella di Diabolik. Per la completezza dell'informazione, i due twittano anche le tappe del loro calvario: “Non abbiamo soldi solo gold”. A un certo punto spunta pure un non meglio specificato “bacio lesbo”, così anche la spruzzata di bunga bunga è servita. E a me s'è chiuso lo stomaco. Non sono un bacchettone di sinistra, non sono un pauperista noglobal, non soffro di sindromi da decrescita felice, non ho mai pensato che i giornalisti debbano essere dei barboni ed anzi mi indispongono i farisei del basso profilo. Sono allergico anche ai Savonarola con la fiaccola della moralità incorporata. Ma in un momento in cui la gente si ammazza perché non ha lavoro, vedere due giornalisti che vanno a far vetrina ad una di queste kermesse in cui si trovano coscienze civili a un soldo la dozzina, lascia l'amaro in bocca. Immaginarli piombare a Perugia rombando (nell'ammirazione rancorosa dei tanti schiavi a 5 euro al pezzo che vanno ai festival nella speranza di raccomandarsi a qualche santo), salire sul palco e poi attaccare con la manfrina sul momento che stiamo vivendo, mette addosso qualcosa che è peggio della rabbia, dell'invidia, della delusione. È la sensazione di una sconfortante volgarità. Anche una discreta impressione di poca intelligenza: come fanno a non rendersi conto? Ma l'ottuso sono io, le starlette dell'informazione non solo si rendono conto ma calcolano attentamente tutto, sanno che per prima cosa bisogna sembrare popstar, sanno che conti per quanto sei personaggio, poi sulle strategie si può discutere, Saviano si è giocato la carta del martirio, questi della Jaguar e magari di qualche provocazione facile; se poi c'è pure il vaffanculo incrociato, meglio ancora così si lascia capire che il non serbarsi rancore è classico della gente che vive alla grande. Perché la regola prima è quella di Oscar Wilde: parlate anche male di me, ma parlatene. Ora, mi e vi risparmio la tirata sui giornalisti di un tempo (che probabilmente non erano migliori ma solo vincolati dai tempi che vivevano), sulla mutazione del giornalista da testimone a protagonista e da protagonista a narciso. Volevo semplicemente dire che non lo capisco questo mestiere, e siccome non lo capisco a sbagliare sono io. Quello fuori sono io. Mi tengo il mal di stomaco come giusta punizione.

Commenti

  1. No Massimo, non sei tu a sbagliare. Scusa se torno su un concetto espresso in un altro post. E' questa la conseguenza di trent'anni di TV commerciale, alla quale la TV pubblica s'è accodata. Saranno anche i tempi ma è ormai assodato (e lo dici anche tu qui) che conta di più (solo?) la forma che la sostanza. Apparire è tutto, la sostanza conta poco. Questi due, ma anche molti altri di ogni colore, sono l'espressione del giornalismo televisivo, di quella "cultura". Aggiungo: la tua illusione su un personaggio come Oscar Giannino anche quella proviene dalle aspettative che crea uno che la sa raccontare. Con stima. Paolo

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  2. Vogliamo metterci anche buffoni come Vendola ed altri magistrati guevaristi, allora, schiavi dell'immagine? Questa faccenda della TV commerciale è autoassolutoria, è un alibi colossale. Mi ricorda i frati di Trinità: "Satana, Satana in persona". "Mai sentito nominare, dev'essere un professionista dell'est, se lo vedete ditegli di andare al diavolo".

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  3. Dimenticavo. Naturalmente, si scrive Satana e si legge Berlusconi.

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  4. sta storia della tv commerciale e' veramente stucchevole,chissa' l'umile sig.ra Berlinguer ( giusto per citare la prima a caso) o il sig. Travaglio, o il sig. Santoro da che tv sono usciti.
    la tv commerciale esiste anche in altri Paesi, ma la differenza di qualita' e' dovuta , semplicemente, a quanto merito si da' alle persone ( vedi la figlia di Tobagi, vedi la contessina Borromeo ) e alla cultura di un Popolo:
    ecco, gia' il termine Popolo ci calza poco e che dire, la sensazione che tutti a dx come a sx, nella vituperata tv commerciale, ci sguazzino con carriere soddisfacenti,sia per pecunia che per ego.
    ah, il solito nano di Arcore.
    Vp

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  5. Aggiungiamo che Laura Berlinguer, sorella di Bianca, moglie di Luca Telese, è inviata al tg4, che la figlia di Scalfari è inviata al tg5; che...

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  6. beh,quando si tratta di infilarsi nei posti giusti... il tg4 , ai tempi di Fede , era una copia del tg3 ( o viceversa?),interviste sia a vip che a gente della strada solo compiacenti, delegittimazione dell'avversario, sottolineando anche difetti ridicioli e insignificanti dello stesso;
    ma questa cosa , le menti illuminate dei fan di un Telese di turno, neanche riescono a "vederla" una cosa del genere,figuriamoci ad accettarla.
    eh,si, e' sempre,solo, colpa del Nano.
    Vp

    Piccolo ma illuminante anedotto di costume : vivo vicino a Benedetta Tobagi, di fronte a casa sua c'e' un piccolo bar, umile ma pulitissimo,mentre a 500mt c'e' un bar molto trendy e fighetto,ora : secondo voi dove fa colazione la Benedetta da RAI3 ?

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