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IL FARO 26

Allarmi. Per le agende rosse che non ci sono e che forse non ci saranno mai ma fanno comodo a chi le agita e si agita. Per le simpatiche relazioni pericolose tra un ex pm e un eterno pataccaro. Per i folli secondo i quali la vera vittima è il carnefice (e loro non sono così folli). Per l'abisso dove affoga una generazione che a 40 anni prende la paghetta. Per chi se la cava giudicando invariabilmente il crimine una follia. Per una musica di merda, davvero di merda, e indovina chi lo dice? Per le vecchie Lolite che, scagliate nell'agone del loro Pigmalione, si scagliano contro i Pigmalioni e le Lolite di oggi. Per certi funerali-comizio, per l'ideologia mascherata da commozione. Per chi ha pagato (tutti noi) per distruggere qualcosa che non c'era, pur di non averla, e che, ad averla, si sarebbe pagato meno (tutti noi, per tutto). Per i presuntuosi che si sentono semidei, ma più dei a tutto tondo, solo per quattro canzoni del cazzo. Per le giovani risorse che scannano e si scannano ed hanno sempre ragione. Per le occasioni a metà, le celebrazioni castrate, come se ci si vergognasse di una flottiglia che non sparerà mai un colpo, perchè non è creata per quello ma per ricordare al mondo che l'Italia è capace anche di volare nel cielo.
Col gelo o il caldo torrido, il Faro non vi abbandona. Sempre più attento, sempre più colorato, sempre più curato. Sempre più Faro.

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