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LA MORALE DELLA PAGAIA


Quello di Josefa Idem, faccia e spocchia da vincente, non è un minima immoralia, una faccenda di poco conto nel mare magno di incommestibilità. È, invece, una storia carognesca e quasi incredibile, alla Alberto Sordi, degna di un film dal sarcasmo carogna tipo I Nuovi Mostri. Una grottesca faccenda, asciugata all'osso, per cui una ministra, delle pari opportunità ma forse solo quelle sue, viveva in una palestra e non lo sapeva, non pagava le relative tasse, versava la miseria di 1200 euro per 5 immobili, conduceva un impianto sportivo che la Finanza sospetta sprovvisto di gran parte delle autorizzazioni, intestato ad una associazione privata che non si sa di chi sia, ignota al Comune di pertinenza, Ravenna, il cui assessore era la stessa titolare della palestra gestita dal marito che l'aveva messa in aspettativa a carico del Comune stesso. Un vortice di follia italiana, cui si aggiunge la delizia della stessa Olimpionica testimonal del Fisco, che dev'essere irrecuperabile se è vero che aveva proposto, sia pure dopo averlo stangato, la stessa carica al motociclista Valentino Rossi che gli aveva sottratto 103 milioni di euro.

La storia della casa palestra-fantasma è bastevole a sparire, nascondersi a vita. Ma sono tempi di pensiero e coscienza debole e la Idem non sparirà e non si dimetterà, il partito è solidale, il capo del Governo Letta, che ha un curioso concetto della dignità istituzionale, non gliel'ha chiesto, ha così liquidato la questione: a me non interessa, Josefa è un'amica e io le credo. Ma da credere cosa c'è?

Qui c'è tutta la morale di sinistra, un elastico teso all'infinito. La Idem predica contro gli evasori, difende i valori della lealtà sportiva, ma quando viene colta in una evidenza scabrosa, strepita e minaccia di querele chiunque si permetta di sospettare di lei, vale a dire di ragionare. Può una così fare il ministro, restare ministro? Può, se prima di lei lo è rimasta la Melandri, Giovanna d'Arco dell'inconsistenza carrierista di sinistra, una che tuonava contro il briatorismo e la beccavano a far festa a Malindi nel resort di Briatore e lei tuonava che lo faceva per i bambini africani. Una che, superflua in Parlamento, ha preteso una carica risarcitoria al museo Maxxi, sbandierando una gratuità che non c'era. La destra è spesso sconcia nella sua tracotanza, nel disprezzo delle regole del gioco, ma l'etica ad elastico di sinistra è altrettanto indisponente se non di più. Perché pretende di restare immacolata, di salvare la faccia. Come? Con pezze peggiori del buco, con ulteriori dimostrazioni clamorose di patetica scorrettezza, di nessuna dignità: l'intervista-scendiletto concessa a Concita di Gregorio di Repubblica, le giustificazioni risibili, i trucchetti spediti in giro per il web, come i fotomontaggi con la faccia da schiaffi di Berlusconi che dice “Io evado le tasse” e a fianco la faccetta bionda di Josefa: “Io Idem”. Che è ironia pelosa, da coda di paglia, l'ironia di legno nella quale la sinistra farisea è maestra e precisamente vuol dire: ma sì, cosa state a scandalizzarvi per qualche migliaio d'euro in meno di Ici quando c'è Berlusconi che è il Padre di tutti i criminali.

E proprio su questo Berlusconi Grande Alibi, Grande Ombrello la sinistra ha lentamente perduto la sua battaglia migliorista e populista: c'era lui a giustificare sempre tutto, bastava lui a salvarsi nel corner del moralismo: i nostri peccati? Roba da niente, perfino teneri al confronto con le sconfinate razzie di questo cancro immorale e immortale, questo stragista mafioso. Berlusconi è stato ingigantito anche come criminale, da una politica suicida quanto da una magistratura maldestra, fin troppo all'erta con lui quanto distratta, sonnacchiosa altrimenti. Militante e accanita: sulle sue troie da 18 anni meno un giorno processi infiniti, richieste di pena vertiginose, che la gente non capisce, che inducono a crederlo un perseguitato, quando è noto che, dovendo procedere con identico metro, la Giustizia non potrebbe far altro che occuparsi del dilagante amor lolitesco nella stessa politica, nell'industria, nei giornali, nella televisione, nello spettacolo, dovunque. Di fuga in fuga dalla responsabilità, da una decenza morale che non le interessa più, la sinistra si ritrova alle figure penose che constatiamo quotidianamente. Oggi nessuno potrebbe più sostenere, con Berlinguer, che “Noi sembriamo diversi perché siamo diversi”. Oggi non lo sembrano e soprattutto non lo sono. Però continuano a pretenderlo. E non si dimettono.

Commenti

  1. che siano untuosi democristiani, o grigi compagni del pci, son nati proprio brutti o perlomeno tutti, finiscono così (g.g.)

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  2. è noto che i tedeschi al volante appena superato il valico del Brennero direzione il bel paese dimenticano di rispettare e la buona creanza e le regole del codice della strada...così ha fatto la ministra in canoa, italianizzata de jure e de facto...e ora beccata in flagrante si agita more italico...si deve dimettere e basta...e dobbiamo evitare di fare ministri gente che nella vita ha solo pagaiato...ma che cazzo di criterio è per scegliere la classa dirigente ? perchè non Mario....Balotelli agli affari esteri ? dopotutto è conosciuto nel mondo.........

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  3. ...invece si è dimessa.

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  4. Non precisamente. Fino all'ultimo ha detto "Esigo che mi si creda e non mi dimetto". Alla fine l'ha dimissionata Letta: "Non posso permettermi di tenerti, rischia il governo".

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