Le morali e i moralismi vanno
verificati alla prova dei fatti. Il cantante Adriano Celentano,
nemico giurato dei privilegi e dei prepotenti alla Berlusconi, si
rompe un mignolo di un piede e pretende, e ottiene, di venire
ricoverato subito, senza fare la fila dei poveracci. Il sindaco
arancione De Magistris, quello che doveva salvare Napoli dalle
famiglie della camorra, ha salvato la sua famiglia, ha piazzato il
fratello impresario in Comune e adesso rivendica per lui anche un
altro incarico, naturalmente pagato. Non diverso dal predecessore Di
Pietro, che doveva ripulire il Paese, a cominciare da Berlusconi e ha
trovato modo di fondare un partito familiare dove il figlio Cristiano
faceva il piccolo ras in Molise. Questa gente poi continua come
niente fosse a tuonare, a sbraitare, a ringhiare contro il malaffare
e le nefandezze di potere, più indignata che mai. L'ex molleggiato
Celentano il giorno del ricovero in corsia preferenziale ha scritto
sul Fatto alcune strampalataggini sulle sue battaglie, che nessuno ha
visto, per salvare l'Italia. Sarà un problema morendo Berlusconi,
bisognerà trovare subito un altro ombrello, un altro scandalo verso
cui dirottare tutti i conflitti d'interesse personali o di casta, i
privilegi, le tracotanze, il senso di appartenenza mafiosa, il “noi
siamo comunque meglio degli altri”, per dire anche noi rubiamo ma
in modo diverso, in modo accettabile, adornato delle frequentazioni
giuste, del giusto background, insomma con le buone maniere di chi è geneticamente migliore. E poi le
carriere cresciute sulla falsa integrità, sulla legalità elastica,
sulla doppia morale, sull'ipocrisia virtuosa. È vero, si può sempre
incolpare la sinistra di non essere abbastanza barricadera, che
è un sempreverde fin dagli anni del movimentismo statico,
parassitario anni Settanta, ma insomma questi sono sempre fratelli,
compagni troppo moderati ma pur sempre da recuperare, da non
rinnegare come ben sa il sessantenne Nanni Moretti che prima li
addita al pubblico disprezzo e poi, anni dopo, finisce per
abbracciare, per supportare il più mediocre fra tutti, un
soprammobile ammuffito come Bersani. No, ci vuole un altro fascista,
un nuovo maiale, un novello Craxi, un altro Cavaliere, per salvare i
propri privilegi, le proprie mafie, i conflitti e i concerti
d'interessi, le corsie preferenziali se ci si scheggia un'unghia,
alla faccia dei poveracci magari feriti sul serio, tutta roba che
trova un senso, e lo mantiene agli occhi dei ciechi, fino a che
sussiste una minaccia democratica da denunciare, da combattere.
ottimo articolo, veramente ottimo , Massimo.
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Sì, che tristezza!
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