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BASTA LA MOVIDA


Una piccola cosa, un servizio sul crinale del gossip, eppure basta ad illustrare bene la morale italica, particolarmente dal lato dei poveri giovani, così sprecati, così bistrattati. Un attore famoso quanto antipatico, Gerard Depardieu, prende casa in centro a Lecce ma non riesce a godersela per la confusione che, dal pub di sotto, gli risale, specialmente di notte. Il giorno di Natale l'attore scende infuriato, litiga col gestore, di cui pure è amico, ma non ne cava niente: la “Movida” continua e lui deve risalire e infilarsi i tappi nelle orecchie, ammesso che servano a qualcosa. Depardieu, non c'è bisogno di ripeterlo, è antipatico, discutibile, voleva eludere il fisco francese e ha chiesto cittadinanza a Putin, poi s'è spostato in Belgio, infine ha trovato casa nel Salento. Ma qui ha ragione. Sarà poco tollerante, ma la tolleranza andrebbe anche spartita, così come il sacrificio, e comunque non è infinita e non deve esserlo, altrimenti si trasforma in schiavitù. Davanti alle sacre ragioni della Movida, una volta, due, tre si può chiudere un occhio (anzi: si può non chiudere occhio): il bordello a sistema, per chi si è comperato una casa, diventa una tortura francamente inaccettabile - e spesso fa esplodere faide che poi i giornali rubricano come fatti trascurabili: invece erano provocazioni durate anni. L'attore francese si è limitato a qualche patetica secchiata d'acqua dal balcone e alla ripicca di parcheggiare la sua auto al posto dei tavolini del pub. Un italiano sarebbe probabilmente trasceso a ben altra violenza mediterranea. E' stato denunciato lui, comunque. La vittima che non si rassegna al suo ruolo sacrificale. E con la magistratura che abbiamo, ci sono pochi dubbi su dove andrà a pendere una "giustizia" che, tra l'altro, per le sacre ragioni dei giovani (e della Movida) ha un doveroso occhio di riguardo. Oltretutto, Depardieu è uno straniero, ed è pure borioso: merita una lezione di civiltà. Quella nostra.
Ma costringere uno a subire sistematicamente il divertimento altrui è malavitoso, tanto più che le leggi vietano “severamente” gli schiamazzi. Ma in Italia le leggi si fanno per mettersi in pace la coscienza, sapendo che nessuno le rispetterà (e che invocarle diventa controproducente). Cosa che forse a Depardieu sfuggiva. Hanno detto, onestamente, gli stessi commercianti del centro di Lecce: dovremmo noialtri fare qualcosa, la situazione è obiettivamente insostenibile. Invece, intervistato, il classico ragazzotto pingue, insignificante, il sorrisino ebete di chi vede passare invano i suoi pomeriggi, s'è espresso da italiano vero, ossia politicante, ossia cialtrone: prima ha detto che la polemica di Depardieu gli pare “un pochettino esagerata”, quindi ha concluso: o ce lo sai, o non ci vieni. La grammatica era strampalata, ma il senso chiarissimo: ma quale legge e legge, quali decenza e educazione, qui comandiamo noi, qui si è sempre fatto così e si farà così fino a che pare a noi e se non ti sta bene vattene pure da un'altra parte.
Come logica non fa una piega, ma è una logica mafiosa. Giovanile ma mafiosa. Più precisamente: giovanile e mafiosa, che è molto peggio. Ora, questo ragazzotto aveva la faccia tipica di chi va a far le fiaccolate contro la mafia, a sventolare agende rosse, ad invocare ammazzateci tutti, insomma i passatempi tipici per spezzare la noia feroce di chi si sceglie il pub come domicilio disperato. Ma, a rigor di logica (mafiosa), sarebbe da andare sotto casa sua, centro o periferia che sia, ed aprirgli una Movida dagli identici decibel. Tutte le notti, da Capodanno a San Silvestro, comprese quelle quando sta male o si deve preparare a una giornata difficile. E poi, se protesta, prenderlo a pedate nel culo pingue e dirgli: non ti va bene? Ce lo sai, vattene un po' da un'altra parte. E poi farcelo andare, e aprirgli un'altra Movida, fino al definitivo espatrio o impazzimento. Magari è la volta che impara davvero qualcosa: sulla mafia, sulla condizione giovanile, sul suo Paese. E sull'etica, che non ha quel sorrisino ebete.

Commenti

  1. In trentino invece esiste il problema completamente opposto. Qui anche se solo parli con la voce un po' più alta, e tempo zero arriva una qualsiasi pattuglia, chiamata da qualche indaffarato sconosciuto, e si è invitati al contegno. Anche questa mi sembra un esagerazione . Ma se uno come Depardieu compra casa nel centro di Lecce credo sapesse della movida o almeno prima di comprare casa doveva informarsi . Cosi facendo ha solo torto perché la libertà di una persona anche se di un attore famoso o di chicchessia non può pregiudicare la libertà di tutti gli altri che è in questo caso quella di svagarsi.

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    1. Appunto, logica da cialtrone. Dammi l'indirizzo che ti mando un po' di gente con piena libertà di svagarsi.

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  2. forse hai frainteso quello che volevo dire, non ho fatto discorsi da cialtrone ma personalmente non avrei mai acquistato una casa in un posto dove c'è movida e se lo faccio me la posso prendere solo con la mia cattiva scelta

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  3. Dove vivo io, per un breve periodo, alcuni inquilini delle nuove casette a schiera costruite recentemente a pochi metri dal campanile,sono riusciti a far zittire le campane raccogliendo firme.
    Poi per fortuna han ripreso a suonare come han sempre fatto da decenni.
    In questo caso direi che sì,prima di comprare casa potevi pensarci,
    Ma che si debba star svegli tutta la notte ogni fine settimana e festivi per qualche coglione che finge di divertirsi alla facciaccia tua ,beh questo no.
    Anche posso già immaginarmi che tipi sono.Sono quelli che fanno i froci col culo degli altri

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    1. Le campane danno fastidio a centinaia di metri di distanza, a Trento.
      E ancor più fastidio danno gli "happy hour", tristissimi trogoli di alcol da due soldi affollati di ragazzi che urlano, scarabocchiano su QUALSIASI muro e fanno più rumore possibile per coprire il rumore della loro disperazione. Ma forse a infastidire ancora di più sono i "circoli culturali", di fatto dei bar che pagano meno tasse perchè hanno l'appoggio di qualche parte politica.
      Ciao Massimo,
      Matteo

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