Caro papà,
oggi è il 5 marzo e avremmo festeggiato il tuo compleanno, io come
sempre in un'ombra di pensiero: eri uno scriteriato, anche se pieno
di vita. Quella vita che hai mangiato e ti ha mangiato, fino a che
gli ultimi compleanni preferivi non ricordarli più. Oggi sono qui,
fuori è inverno tardivo e traditore, mia moglie tossisce a letto con
una influenza fuori tempo massimo, io mi faccio un caffè in un'ombra
di pensiero: ho più dell'età che avevi tu quando ci portasti qui e
sembravi finito e invece ti rialzasti per garantirmi ancora una
scommessa, questo mio sogno diventato incubo di fare il giornalista.
Ho più della tua età, ma mi rialzo? O mi trascino nell'irrilevanza
di compleanni impacchettati in una rinuncia? Mi avevi insegnato a non
arrendermi mai, ma mi risuona solo un cliché, un luogo comune senza
presupposto, senza prospettiva. Forse è meglio tu non sia più qui,
da sei anni e passa, e non mi pare possibile. È tutto uno schifo, e
non te lo dico per consolarti, è proprio tutto fottuto, privo di
senso, come gli anni che passano, come i compleanni e questo inverno
che prende il posto di una primavera sempre nell'aria e poi abortita.
Queste cose non andrebbero commentate , naturalmente. C'è solo questa cosa :"ho la stessa età che avevi tu quando...". Lo faccio spesso anch'io,e mi fa una gran paura. Saluto il mio di papà, che adesso è in ospedale
RispondiEliminaFrancesco
Non saprei dirti quanto tempo sia passato da quanto seguo il tuo blog... sei anni di sicuro. Sempre. Ogni giorno le situazioni cambiano, mutano vorticosamente, silenziosamente . Grazie per il tempo che mi hai dato, che hai condiviso con me.
RispondiEliminagrazie Max.
RispondiEliminaio per essere ancora qui, sono ormai annoiato dal futuro e incredulo guardo e scommetto ancora su mio figlio.
mauro