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ELUCUBRAZIONI DI UN PERDENTE


In termini freddamente analitici, si registra un ribaltamento di prospettive e di propagande elettorali rispetto a vent'anni fa: quando Berlusconi scese nell'Arengo, metteva giustificate preoccupazioni: il suo strapotere pareva invincibile, la spregiudicatezza spaventava, la sinistra, allo sbando, chiamava tutti a raccolta per arginarne l'avanzata. Oggi, un Berlusconi malridotto ma non domo compie l'operazione uguale e contraria, chiama a raccolta lui i moderati agitando lo spettro di una arroganza a sinistra. In Italia i liberali non esistono, e Berlusconi lo è meno di tutti: eppure perfino lui conserva una possibilità definendosi tale: proprio perché di liberali non c'è traccia. Così perfino lui ha tuttora buon gioco nel presentarsi come forza di rappresentanza e di rassicurazione di chi non è statalista e assistenzialista, persistendo nello sbando che ormai ha perduto il Paese. Io, per dire, di sinistra non sono e una forza liberale la voterei; certo, esiste in teoria anche un liberalismo di sinistra, ma è proprio quello che a sinistra non ha mai sfondato, bloccato da nomenklature incrostate di marxismo che anche in questi ultimissimi tempi giustiziano qualsiasi velleità riformatrice, come accaduto coi primi decreti sul lavoro, che Renzi si è tranquillamente rimangiato nella sostanza per non andare contro alla Cgil e alla connessa sinistra PD. Io, dicevo, una forza liberale la voterei, mi ci impegnerei anche in prima persona, perché la sinistra è tuttora quella che mi apostrofa in diretta radio (chez Giannino) dandomi del ladro, del mentitore, dell'evasore a prescindere e concludendo: meglio i miei privilegi che la tua sopravvivenza. Inoltre, io mi son sempre sentito individuo, nel mio piccolo, e le ideologie di massa mi hanno sempre fatto orrore; in particolare, trovo un che di patologico, di demenziale nell'evocare ancora totalitarismi, come quello fascista e comunista, che insieme hanno radunato duecento milioni di cadaveri. Ma queste sono giusto elucubrazioni di un perdente, che non vota perché sa benissimo di non trovare quello che non c'è (né mai ci sarà). Una forza che non discenda da strutture autoritarie – e qualsiasi idea in Italia ha matrice autoritaria (oppure è sconfitta sul nascere): la sinistra è marxista, la destra è mussoliniana, lo stesso cattolicesimo è aggressivo e integralista, discendendo da uno o l'altro di quei due rami. Basta così, mi limito a considerare come perfino un Berlusconi possa insistere, a dispetto di due decenni che lo smentiscono, a definirsi moderato e liberale. Con qualche credibilità.  

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