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CHI E' SORDO ALL'ASSURDO


Non sembra essersene accorto nessuno, ma l'anno è cominciato all'insegna dell'assurdo. Delirante, ad esempio, è quello che è successo a Colonia, dove non è proprio come la raccontano e cioè che la polizia non si fosse accorta dei profughi o migrantes che molestavano le femmine, è, come molti mormorano, che le polizie dell'Europa socialdemocratica e riformista, non uscita dal comunismo asociale, hanno l'ordine sotterraneo di andarci piano, di chiudere un occhio e anche l'altro perché nessuno dei leader vuole passare per persecutore ovvero giocarsi la rielezione. Costi quel che costi, anche una strage, le stragi si dimenticano, il potere mai. Da cui le contorsioni di chi prova ad esprimere solidarietà alle donne assaltate “ma anche” agli assaltatori “ma anche” alla sicurezza “ma anche” alla solidarietà, perché “non bisogna generalizzare”. Discorsi a pera: come si possa essere solidali con tutto e il suo contrario, con vittime e carnefici insieme non si capisce, ma i virtuosi del whisful thinking, della realtà da sostituire coi bei sogni, dicono: tu non strumentalizzare. No, è che vi siete sbagliati e non volete sentire ragione, e se la realtà non rispetta le illusioni non fa niente, si esagerano le illusioni come quel ministro belga in fuga dalla ragione che ha proposto di mandare gli aggressori, arabo-islamici, a corsi di rispetto per le donne. Altro giro, altro delirio con Berlusconi il quale torna a definire dittatoriale la sinistra che gli mantiene quel conflitto d'interessi epocale che l'opinione pubblica ha ormai mitridatizzato, assimilato. Tutti gridano alla dittatura in un Paese dove quelli che timbrano e filano al Bingo vengono definiti furbi, furbetti e già una sospensione di qualche mese è considerata intollerabile (e puntualmente annullata da un giudice compiacente). Ma l'incubo più squisito è quello della setta grillina, emersa da liquami di camorra grazie alle iniziative di quel cacciatore di gloria mediatica di Woodcock, pm delle cause perse. Proprio loro, gli ossessi del giustizialismo di forca, gli adepti della trasparenza totale, delle intercettazioni no limits: vederli adesso contorcersi come aragoste sulla piastra è delizioso, ha il sapore di una Nemesi satirica prima che politica. Con l'intrigante Casaleggio che decide condanne e esecuzioni e il capocomico Grillo che dice: “A Quarto non abbiamo bisogno della camorra per vincere, i suoi voti ci fanno schifo”. Ma va là, Beppe, sii serio una volta.

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