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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

ABBRACCIARE IL MARE

Lasciare tutto questo Del blu la commozione Lasciare ciò che trovo Nel buio di un lampione L'amore che divora Che nasce dal dolore La recita di un'altra Primavera che muore Lasciare qui i miei giorni Inani burattini Lo sguardo sopra il mare Di tutti quei mattini Non sono ancora pronto Non ce la posso fare Pure dovrò partire Disperdermi nel vento Il vento dei miei fogli Tornati tutti bianchi Di te che non ti spogli Per i miei occhi stanchi Come l'estate amara Che mi viene negata Come la statua avara Che questa vita è stata Ma io vorrei rifarla Anche così sbagliata Di stagioni travolte Di foglie calpestate Perché per una volta Vorrei abbracciare il mare Perché non sono pronto Quel che non ho a lasciare Perché troppe canzoni Mi si agitano in cuore Perché c'è un mondo dentro Che chiede ancora aurore

QUANTO COSTA UN BAMBINO

Tutti in festa per Nichi Vendola che col suo compagno ha “avuto” un figlio, comperato in America da un utero a noleggio lungo. A me questa faccenda di uno che può permettersi di affittare una femmina e poi andare a ritirare il suo frutto appena partorito, continua a sapere di barbarie, di schiavitù postmoderna; vero è che c'è di mezzo un contratto, ma è proprio questo il punto: negoziare la vita mi pare, questo sì, degno del più trucido discount umano e, se proprio debbo cercare una qualche comprensione, la trovo nella “fornitrice”, ammesso e non concesso che sia una precaria indonesiana con problemi di bollette e non una avida app uterina; non certo nell'acquirente sedicente dalla parte dei proletari, in realtà danaroso e socialmente arrogante. Perché non vedo proprio cosa c'entrino i diritti in questo caso, mi sembrano se mai lussuosi capricci ma la faccio breve perché non sono Adinolfi, non fingo di credere in Dio e per giunta un dio omofobo, non gioco a poker, non

Gli ospizi lager, nuovo abominio quotidiano

Gli ospizi lager, nuovo abominio quotidiano

GIOCARE AGLI INDIANI

È tutto un compromettersi questo giocare agli indiani, questo vivere accanto, questo odiarsi fino all'idolatria, ma io non ho saputo essere che così, favola di me stesso... Aprile 2016. Via Amazon, i-Tunes, Kobo, Sony, Smashwords...

SOLUZIONE VATICANA

Unioni civili, sarò breve: non capisco. No, proprio non capisco come si fa a stabilire che spettano a determinate categorie di cittadini, per legge però la legge si fa a metà. Come a dire loro: sì, è giusto, però non ci fidiamo perché voi tendete a corrompere i figli e quindi non ve li facciamo adottare. Ripeto: ma come si fa? Anche la trovata del divorzio che sarebbe più lungo rispetto a quello per le coppie “normali” (ci pensate su tre mesi, poi decidete) mi sembra demenziale, ma di una demenza che, al fondo, nasconde una sorta di razzismo. Va sempre a finire che la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale (e per qualcuno lo è meno), solo che mai come in questo caso l'assurdo princìpio viene sancito per legge: altro che “svolta storica”. Ora, l'ipotetico politico che leggesse queste trascurabili righe potrebbe obiettare: meglio l'uovo oggi, poi la gallina la cuciniamo domani (campa cavallo...), non è colpa mia se siamo in un Paese di Machiavelli da stra

ALLORA E' PER SEMPRE

La nostalgia è una torta a strati. Da ragazzo, quando nell'aria si sentiva il profumo di frutta degli ortolani, le avvisaglie di primavera eano fatte dei primi dischi “grossi” ed io non mi vergogno di ascoltare ancora oggi quelle canzoni in formato digitale, autentici capolavori di musica popolare italiana; più avanti, una vita dopo, mi risvegliavo da un altro inverno con le scoperte dal sottosuolo, pepite in compact disk – non tutte, molta fuffetta sfigata– di musica alternativa, che oggi, ahimè, non ritrovo e un po' perché sono invecchiato io e un po' perché di nuovi Pixies e Pavement non ne nascono più. Siamo all'ennesima vigilia, tra pochi giorni è marzo, ed io mi rifugio ancora nel trapassato remoto. Con alcune personalissime distorsioni spaziotempo: Frank Zappa, per esempio, l'ho assimilato in stagioni relativamente recenti, ma se voglio andarmi a rivedere (proprio così: rivedere) i miei anni acerbi sessanta e i più a fuoco settanta, non c'è niente

IL FARO 07-08 / 2016

Come si spiega l'ascesa apparentemente irresistibile di Donald Trump? Il Faro una spiegazione ce l'ha, e ve la propone da sabato prossimo. Perché tutto su Babysnakes non ci può entrare. Perché l'indipendenza ha un (piccolo) prezzo. Perché solo per chi si abbona. Perché come il Faro non ce n'è. Ogni fine settimana in allegato pdf nella vostra casella di posta elettronica. Il Faro, tutto dentro

FERMATI

Sotto il mio mantello ho raccolto un'altra confidenza, fatta di un dolore immenso, che non posso raggiungere. Posso solo riceverlo. Questo affidatemi, ed io ci sarò sempre, con il poco che sono, con il nulla che posso. Questo consegnatemi, non i dolori di pezza, i capricci, i pretesti, perché non ha più posto per loro il mio mantello, perché chi lo porta è troppo esperto di sofferenza per sbagliarsi ancora. Affidatemi le lacrime vere, che pesano oltre ogni speranza, che non potete mostrare, che non sanno dove altro andare. Forse potrò solo aiutarvi a sopportarle, magari a trasformarle in tenerezza, ma giuro che lo farò. Fermatele qui, se vorrete, fermatevi qui come esauste barche ferite, che domani riprenderanno il largo. Non vergognatevi di sanguinare dall'anima, perché prima o poi a tutti capita, perché io conosco quel sapore nascosto; perché la vita è dolore e così umano è arrendersi, cadere nel silenzio. Purché sia vero il suo abisso, purché non sia un pretesto quest

MA QUALI RAGAZZI

La logica del so' ragazzi ha rotto i coglioni. Una imbecille esaltata lascia il benessere padovano per arruolarsi nell'Isis in Siria poi decide che ne ha abbastanza e chiede di tornare al confortevole nordest italico: è una ragazza, ha fatto una cazzata, “ci sta”, come usa dire. Un balordo marchettaro concepisce il più abietto dei crimini ai danni di una attempata ritardata: ma è in odore di gender e allora si glissa, lo si coglie con indulgenza quasi complice, è un marginale, poteva diventare il nuovo Bowie o almeno, contentiamoci, il nuovo Morgan. Ma non è un ribelle e non è un'anima lacerata a caccia di identità, è un banalissimo miserabile disposto a tutto, si era lavorato pure la maestrina finita a Sanremo, quella con solo due alunni, a conferma che De Amicis non è tutto nella vita. Un parassita che appena lo prendono si riduce allo squallore delle carogne che si incolpano a vicenda, che tentano di scaricare sui complici la colpa. Una bassezza simenoniana, di qu

PERCHE' VOTA(VA)TE GRILLO

Conosco tanta gente che ha votato Grillo, chiudendosi occhi orecchie e cervello. Illusi qualunque e qualcuno anche famoso, per quello che può contare, ma convergenti nel millantare la scelta demenziale di idealità nobili quanto assenti, quindi pretesti: non si affiliavano alla setta per le notorie pulsioni di moralità, legalità ed altri miraggi più o meno sbandierati, altrimenti si sarebbero ricreduti alla svelta e avrebbero recitato il mea culpa; volgarmente, avevano trovato nei loschi Grillo & Casaleggio la continuazione di un sentimento antico, la rivoluzione più e più volte abortita per le lacerazioni della sinistra estrema. Tutti questi lunatici, infatti, sono d'accordo nel maledire la sinistra per uno squisito motivo, che non consiste nell'essere antiquata, nell'aver sbagliato approccio, nell'avere rivelato contraddizioni clamorose, ma solo nell'avere tradito i propri presupposti, che tradotto dalla formula gesuitica significa non essere abbastanza di

CHI TENE 'O MARE

Non avevo voglia di tornare a casa e ho voltato la Vespa e l'ho puntata nel quartiere dove ho ancora uno zio. E infatti eccolo, sotto casa, che discute con un paio di coetanei. Mi ha riconosciuto, mi ha preso il braccio con affetto: “Oh Massimo, mi fa piacere, stavo chiacchierando con questi due vecchi, perché siamo tutti vecchi, che vuoi tiriamo l'ora di cena”. Sorrideva, rideva, con tutte le sue macchie in testa, e non gli ho chiesto dove fosse stato. Lo guardavo rendendomi conto di come si può provare sollievo nel dolore, nella solitudine che è l'atroce traguardo della vita. E mi pareva impossibile ricordandolo sempre a metà, inconcepibile senza la donna che lui ha adorato, una donna con cui spesso ho litigato perché sconfinava nella prepotenza. Ma una mattina di pochi anni fa si è svegliata e non c'era più, un'ischemia l'aveva cancellata lasciando il guscio vuoto. Li vedevo in giro, lui a spingerla in carrozzina, e non avevo coraggio di fermarmi, estat

SOTTO IL MANTELLO

Quante cose ti dico, quante ti nascondo. Queste molte di più. Ma come posso svelarti le mie morti, le presenze che mai raggiungerò, gli abbracci negati dalla vita? Come posso parlarti dei rimpianti, viaggi senza partenza e senza gioia, come ti racconto di un addio temuto, che non potrò sentire? Tu mi dici: “Non arrenderti”. Io custodisco assenze. Nel mio debole scrigno c'è la tua speranza violentata, fatta di sconfitte, sere che diventano confessioni. Come potrò ammettere che mi sei dentro ormai, che non mi lasci stare e non so difendermi? Che non ho saputo fare di più? Perché non basta esserci, non basta... Io ascolto il dolore che si adagia con un canto di allodola, constato l'inutilità di ogni momento. E mi sento più inutile, più solo: tutto sanguina allora nel mio tempo. Sotto il mio mantello nascondo la tua storia, la fretta di un interrogatorio cui hai ceduto volentieri: ti ho stanato, assumendo i tuoi dubbi e adesso sono gravido di te, della tua morte. Se s

IL MOVIMENTO SOCIAL FA SCHIFO

Sparisce Umberto Eco, che praticamente in articulo mortis aveva definito imbecilli quanti si agitano in rete: il popolo della rete prontamente lo celebra, legittimando l'intuizione del semiologo. È lo stesso “popolo” che lascia morire un cucciolo di delfino spiaggiato nell'orgia di vanità stracciona, tutti impegnati a spararsi autoscatti allucinanti di fronte a quello straziante mistero naturale: sarebbe bastato un essere umano, uno normale, capace di riscuotersi, ma cosa stiamo facendo?, e il piccolo cetaceo starebbe ancora inseguendo felice le sue correnti di libertà. Dicono però che sia una bufala, che il piccolo delfino fosse già morto e come tale portato a riva “per sensibilizzare”, intento molto social ma incomprensibile: forse siamo di fronte alla bufala di una bufala. Morto o vivo che fosse, lo sfortunato animale, ha in sé qualcosa di malato, di ferocemente ritardato la folla che si pesta per farcisi un selfie: questi sono quelli che qualcuno, anche da noi, vorrebb

RENZI, IL PASSATO CHE NON PASSA

Il giovane Renzi, l'uomo del futuro Renzi è quanto di più antiquato, di più incrostato nel modo italiano di intendere il potere, un modo indecente, di arroganza fascistoide. Diceva di voler rottamare le logiche spartitorie e l'ha fatto, azzerando di fatto la lottizzazione: in Rai ha messo alla direzione un lacché, un giovane-vecchio proveniente da una televisione per ragazzi poi ha completato le altre nomine con una che proviene da Magnolia, casa di produzione per Berlusconi e con una fuoricorso del Dams rimossa da La7 ma molto fedele. Un capolavoro nel segno del passato che non passa. Renzi, figlio degli anni di piombo, si regola come segue: a Repubblica il figlio della vittima Calabresi, a Rai 3 la nuora del mandante dell'omicidio Calabresi, mentre il figlio del mandante dell'omicidio Calabresi lo chiama “capo”. Un capolavoro di tracotanza e di familismo premiato. La generazione leopolda, anagraficamente elastica, ha una curiosa spocchia autoritaria da primati ma

Rock e armi, storia di un rapporto controverso

Rock e armi, storia di un rapporto controverso

UN VOLO PER DIRCI ADDIO

Morirà presto e lo sa. Svanirà nella luce portandosi via tutto il coraggio che ci ha donato in un attimo, lo stesso che deposita nella sua musica, per non morire più. Io non dimenticherò le sue smorfie sul filo di quella musica esile e indomabile: l'uomo-uccello strabuzzando gli occhi frullava ali invisibili sopra il pianoforte, sopra la sua stessa vita ed era l'unico sano: malati noi, ad assistere sgomenti, offesi dalla nostra normalità spietata.

Sanremo 2016, le pagelle finali del Festival

Sanremo 2016, le pagelle finali del Festival

Sanremo 2016, le pagelle della quarta serata

Sanremo 2016, le pagelle della quarta serata

ADDITARE IL NON VISTO

Il papa Francesco torna in un sud America piegato dalla recessione, ci va per affari interni, a praticare diplomazia ecclesiastica, in funzione certamente della tutela dei cristiani perseguitati ma anche a ribadire che la famiglia per lui è solo quella tradizionale, blindata ad ogni prospettiva diversa. Per dovere di firma e per inclinazione il pontefice non manca di denunciare la miseria dei poveri. Dimentica però che i poveri sudamericani, da Cuba alla Bolivia all'Ecuador al Venezuela all'Argentina che cerca di risollevarsi voltando pagina si debbono tutti allo sciagurato populismo socialista che ha ripreso piede e ha moltiplicato i disperati. Non c'è paese sudamericano che non abbia problemi giganteschi, qualcuno sull'orlo della bancarotta e toccherà, come sempre, all'odiato capitalismo salvarsi. E verranno salvati, così da potere scagliarsi ancora contro il maledetto liberismo, senza mai fare ammenda dei propri errori. Il populismo di sinistra in America La

IL FARO 06/2016

Ogni sabato in pdf per chi s'abbona. Quello che su Babysnakes non ci va

Sanremo 2016, le pagelle della terza serata

Sanremo 2016, le pagelle della terza serata

Sanremo 2016, le pagelle della seconda serata

Sanremo 2016, le pagelle della seconda serata

Sanremo 2016, le pagelle della prima serata

Sanremo 2016, le pagelle della prima serata

Sanremo, emblema di una discografia di sordi

Sanremo, emblema di una discografia di sordi

LA TOLLERANZA ZERO E' PER CHI TOLLERA TROPPO

E' inutile prendersela con una proposta perché viene da Alfano ovvero con l'Alfano in sè: dal basso della mia lunga, e purtroppo anche recente, esperienza posso dire che in casi di camorra, in terre di camorra, l'esercito è l'unica cosa che ci vuole. L'esercito per dire la polizia dura, il repulisti che spazza via tutto, che non guarda in faccia nessuno. È guerra e non la si risolve con le prediche di papa Francesco o le considerazioni da terrazza sulla poetica delle banlieuses e del dialogo sociale, tutta roba propalata da chi di solito gira scortato. Gli altri, se non sono ugualmente delinquenti, se non vogliono diventarlo facendosi giustizia da soli, che oltretutto è una scelta di corto respiro perché la forza dei mafiosi è di essere tanti, quelli dicevo che sono, vogliono restare civili, possono contare solo sulla forza totale che spazza via il cancro e la metastasi. A New York negli anni Ottanta non si poteva vivere, arrivò un sindaco chiamato Rudy Giulian

DALL'ALTO DEL SUO NON ESSERE

Mi lascia perplesso il tour della salma di padre Pio, organizzato da questo papa che pare tanto candido nel disprezzare il soldo, ma non al punto da non accorgersi che il denaro fa comodo. Mi lascia perplesso quella danza macabra in corteo, trovo lugubre questo impasto di miscredenza magica, confesso mi indispone quella devozione popolare che è superstizione, che è gravida di frasi fatte, di misticismi atteggiati, che non va dal frate se non ha qualcosa da chiedergli, da morto come da vivo. Eppure non posso disprezzarla, quella devozione, perché anche io sono passato dalla disperazione più profonda e a san Giovanni Rotondo ci andai, a chiedere non so cosa, a sperare non so cosa, a provare non so cosa ma ci andai. Adesso la mia prospettiva è diversa e non ho più la sensibilità per cogliere certe suggestioni, e non ho più un santuario dove fuggire quando mi sento sprofondare, però di una cosa sono contento: del momento di gloria toccato anche a san Leopoldo, questo santo insospett

LASCIAR FARE, LASCIAR PASSARE

Ci sono argomenti che è meglio non toccare, perché sia già che come li tocchi ti fai male, non importa se ci vai piano, non importa se non cerchi rogne, è garantito che ti faranno dire ciò che non dici, pensare cosa non pensi. Ma se non li tratto, se mi sottraggo al dovere di una testimonianza, che giornalista sono? E allora dirò che la morte del giovane Giulio Regeni chiama in causa il senso e i limiti di un giornalismo sfuggito di mano. Regeni era a detta di tutti un ragazzo brillante, ma invischiato in cose più grandi di lui, coinvolto a tempo perso in un lavoro che non era il suo. Faceva il giornalista di guerra in tutta la sua inesperienza e vulnerabilità, e c'era chi glielo lasciava fare. Io non sono sicuro che fosse la cosa giusta. Regeni denunciava la mancanza di diritti civili fino all'assenza di tutela sul lavoro, tutela sindacale, ma scriveva da abusivo, come uno che, in una terra pericolosa a fare altro, s'inoltra in ricerche micidiali e poi pensa basti s

IL FARO 05/2016

Quelli che ci sono, sono sbagliati. A volte ci vorrebbero quelli giusti. Il Faro, ogni fine settimana nel tuo pc, o telefono, o tablet. Se ti abboni

DUE MONDI

Per quello che può servire dirlo, scriverlo, mette una gran costernazione la morte del nostro connazionale in Egitto, come può metterla la morte di un giovane intriso di innocenza. Per quello che può servire dirlo, se non aveva convinto chi scrive la storia del dottorato puro e semplice, figuriamoci se poteva convincere una polizia come quella egiziana: stavolta sono andati per le spicce e non c'è stato neppure il tempo di negoziare un ricatto, che del resto ad aguzzini per così dire istituzionali non poteva interessare. Forse sarebbe il caso di capire, di far capire che non è questo il tempo degli slanci, degli ideali, delle buone cause, di improvvisarsi agenti segreti: ti spazzano via, ti eliminano senza pietà. La gioventù è una bella cosa ma le sue imprudenze possono risolversi in esiti fatali oggi più di ieri, il mondo più credi di conoscerlo e più si rivela infido e meno rispettoso delle tue ingenue astuzie giovanili. Ne deriva anche una contraddizione drammatica e non

SOTTO IL LENZUOLO

Provateci voi a costruire con tutti voi stessi una famiglia, una figlia e poi tornare a casa una sera e trovarla sotto un lenzuolo insieme alla madre, la vostra compagna. Provateci voi a scoprire cosa si prova in quel momento e a sapere che è stato l'ennesimo sbandato ubriaco, senza alcun rimorso, senza vergogna. Provateci voi a vederlo portar via, ma per poche ore, con una ipotesi ridicola, omicidio colposo, per cui uscirà tra pochi giorni, poche ore e ricomincerà subito a ubriacarsi e a correre e dovrete provvedere anche al suo mantenimento. Provateci voi a vederlo liberare presto, subito, da qualche giudice persuaso che il suo mestiere non è applicare le leggi e tutelare i cittadini ma “instaurare un nuovo regime democratico perché il capitalismo è sporco” come teorizzano da una vita quelli di Magistratura Democratica. Provateci voi mentre portano via il cadavere di quella figlia, di quella moglie, le spoglie di una famiglia voluta con ogni forza e spazzata via da un bal