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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

NEL TERMITAIO INFAME

A Caivano, dove mangiano i bambini, per inchiodare un mostro che tutti conoscevano come tale ci è voluta la testimonianza di altre tre vittime, piccoli rimasti vivi a differenza di Chicca, scaraventata dal balcone perché si ribellava agli stupri. E lo sapevano tutti e tutti sapevano che il pedofilo seriale, Raimondo Caputo detto affettuosamente Titò, stuprava qualsiasi infante gli riuscisse di trovare a cominciare dalle figlie. Mostro in un palazzo di mostri, dove i bambini volano giù dai balconi e le madri a quelli che restano vivi dicono: poi passa. Mostro in un palazzo di mostri in un quartiere di mostri, roba che neanche Tarantino, neanche Romero potrebbero immaginare. Mentre scrivo intervistano al telegiornale l'ennesima inutile sociologa politicante, una di Save the children che fa retorica d'accatto, che ripete “i bambini non li ascoltiamo” ma chi ascolta chi in un incubo dove il più pulito, il più umano è in fama di cannibale? Anche la polizia, la magistratura, fan

SINFONIA D'APRILE

Altrove adesso è Primavera. A quest'ora, mentre il cielo s'accende di blu elettrico, poi metallizzato, poi d'un nero che giustifica le luci artificiali, ci s'incammina lungo via degli Alberi per andare a prendere il gelato in via dei Giardini, respirando le giovani foglie. C'è sempre qualcuno per strada. Mi piace altrove perché, anche se me ne sto in casa da solo, intorno c'è una città che respira, non smette mai. Pulsa, spesso d’extrasistole, ma non si ferma, non perde un colpo. Adesso altrove è una bellezza, tutti i viali in fiore, ci crederesti?, anche lo smog si colora di verde. Adesso ragazzi aprono le finestre, si stendono sul letto in scarpe da sport, e la sera dopo cena quando scurisce i loro dischi di rock, quelli di vinile che puzzano di periferia, con strani teschi psichedelici in copertina si spandono nelle strade, si mischiano ai semafori, al traffico, alle luci delle macchine, ai lampioni dei giardini, agli spot delle vetrine, scivolan

A MILANO SI SCORRE

La candidatura, fra le altre, di Simona Tagli a Milano nelle liste del centrodestra fa capire perché è ormai puerile confidare nella politica e di conseguenza votare. Non sono tutti così, dite? Non mi interessano le consolazioni di schiuma, mi preme la constatazione di un peggio senza senso: la signora passò agli annali come velina di fianco a un cruciverba – puntualmente riproposto nel santino elettorale (spicca tra gli obiettivi del buongoverno l'"amore" in verticale). Che ne sa di amministrazione e di problemi di una metropoli bene o male europea come Milano? Difatti esordisce col botto: “Meno piste ciclabili, perché il tempo è denaro” auspica la interprete di “Uhmm bellissimo”, e non siamo in un fumetto di Paperopoli e neanche nelle Tragedie in due battute di Achille Campanile, anche se qualcosa di tragico in effetti affiora. In un tempo non lontano sarebbe bastata e avanzata una vaccata simile per darci un taglio alla Tagli. Invece il capolista Parisi non fa una

FINALMENTE ANGELO

Cara piccolina di tre anni, morta ammazzata di stenti, di freddo e di botte, vorrei dirti che mi vergogno, che provo quel sentimento irrazionale di vergogna e di ripulsa del mondo di cui, sempre più a fatica, faccio parte. Che non meritavi una madre troia come quella sudamericana scappata di casa, da tuo padre per andare a vivere in una baracca con un farabutto serbo conosciuto su internet, che ti prendeva a cinghiate, a calci. I tuoi giocattolini tutti rotti per terra. Tu, lì esanime tra quegli scarti di balocchi, bambola coperta di lividi. Il materasso dove dormivi tra un pestaggio e l'altro, e forse riuscivi a sognare e nel sogno sorridevi. E nessuno ti ha salvato. E nessuno ha mosso un dito. Cara piccolina che sei morta senza conoscere la vita, io non credo a un'altra vita ma se tu invece fossi proprio là, finalmente angelo, ti arrivi il mio biglietto di scuse a nome del genere umano, insieme a una preghiera: proteggici, perché facciamo schifo.

BIG DILEMMA, AHO

Mi spiegate un momentino perché io, fossi mai romano, dovrei andare a votare per le comunali? Ora, lasciando perdere scandali, manfrine, apparentamenti, scie chimiche, concentriamoci, come si dice, sulla persona, anzi sulle persone per dire i candidati. A sinistra c'è questo come si chiama, Giachetti che è una nullità, sa di niente, anzi sa di sfigato, di malatischio, sembra il gemello clonato di Michele Zarrillo e poi uno che va dalla Bindi coi certificati antimafia fa pena. Io non sono comunista, ma una bassezza del genere Togliatti non se la sarebbe mai manco sognata. Tipico Playmobil partitico, quando dice “Io non mi farò mai mettere i piedi in testa da nessuno” non fa neanche ridere, fa strazio. Uno strazio transnazionale. Di Fassina, con quel look da bimbominkia in andropausa, non mette conto parlare, è nato per scindersi. A destra c'è questa Meloni che vorrei capire cosa ha fatto a parte il liceo e fondare un partito col nome di un cinepanettone, per governare una

TUTTI I MIEI AMICI

Perché ho bisogno di uscire fuori nella vita. Anche se non ho niente, anche se fa schifo e sembra finta. Finita. Anche se non è vita questa vita che mi lambisce, lascia bruciature di medusa. Ho bisogno di spiare nelle finestre immaginando vite sconosciute, di guardare negli occhi il cane sul balcone e ricostruire vite di passaggio da una scarpa, un colore, un monile. Di sorvegliare foglie finalmente radiose, perdermi nel loro labirinto d'ombre, ritrovare appuntamento con la noia nei viali consumati e percepire il momento quando il giorno si rompe, è quasi sera, non ancora sera, ma qualcosa è cambiato. Allora mi verranno addosso tutti i miei amici, le nostre corse felici di puledri impazziti verso il tempo perso, la nostra illusione tremante d'esser grandi. Ho bisogno del sole che spiove sulle facciate dei palazzi e fantasticare di fumetti, di supereroi e pomeriggi a sognare invano. E di domeniche di mare, terribili domeniche salate di solitudine, e di campagne amare, mai

VITA PUTTANA VITA

Patetica strana magia, nascosta nell'irrilevanza domestica. Mi sento esausto, dopo pranzo, così mi allungo sul divano. Nerino, che non sa stare senza di me, senza il mio contatto fisico, si insinua tra il mio corpo e lo schienale, tutto schiacciato ma ci sta; mia moglie ci stende addosso una coperta ed io sprofondo. Ma nel dormiveglia ricevo le confortanti vibrazioni delle sue fusa, è una piccola guardia del corpo il mio Nerino e per niente al mondo mi abbandona. Di colpo nel torpore si fa strada un lampo: le sue zampine che mi abbracciano, io che abbraccio tutta la sua soffice fragilità di gatto e mi risento piccolo tra le braccia di mio padre: a lui piaceva tenermi con lui in quella siesta di mezz'ora prima di riprendere la sua vita convulsa, la sua fatica da bestia. Io pativo quell'immobilità transitoria, ma, sapendo che gli faceva piacere, mi adeguavo. Nerino invece è a suo agio lì, preda di me, il calore lo ricevo da lui, non dalla coltre. Chissà se mio padre era

SEMPLICE

Vorrei parlarvi delle persone normali, che non ci sono più. Dico meglio: ci sono ancora ma non riesci a intercettarle, perse come sono nelle ondate di esibizionisti, di idioti squillanti. Di millantatori e di mitomani. Persone normali, che non esasperano le loro caratteristiche, non fanno dell'artificio la loro cifra. Che non ti aggrediscono cercando di essere cosa non sono e non saranno mai. Non ti investono coi loro gadget, la volgarità pronunciata, la sessualità esibita, i mille segnali da pirati del conformismo. Indefinitamente, percettibilmente normali, non in competizione con l'universo, non in guerra con l'umanità (anche se se la tirano da pacifisti, erbivori, solidali, celiaci, perfino bipolari all'occorrenza), che esprimono un'anima senza coloranti e conservanti e non temono la spontaneità, non si vergognano del loro essere non “bio”, ma naturali: naturali davvero, naturali e basta. Che è tutt'altro dall'esibizionismo popolano, ruspante, vulgar

IL FARO 13-16/2016

VIVA IL MULO!

Alcune notiziole sfiziose in occasione della roboante “giornata della terra”. Su 18 procedure di infrazione ambientali aperte dall’UE contro l’Italia, 14 coinvolgono le Regioni, in prima fila cinque promotrici del referendum antitrivelle. La mancata depurazione delle acque costa 480 milioni nel solo 2016. In Usa fallisce SunEdison, gigante multinazionale delle energie pulite e rinnovabili. Uno studio compiuto dalla London School of Economics dimostra l'incidenza crescente delle mafie nel business delle rinnovabili, a conferma che nessuna energia è completamente pulita anche dal punto di vista penale. Il riscaldamento globale è in odor di bufala, ma la comunità scientifica lo sorregge e la politica pensa a censure fino alla galera per chi, riscontri scientifici alla mano, lo confuta. È trapelato, da New York, il fitto scambio di corrispondenza elettronica tra il procuratore generale, altri membri della giustizia di fede democratica ed alcuni attivisti ambientali. Il contenuto

Prince è morto, storia del folletto di Minneapolis

Prince è morto, storia del folletto di Minneapolis

GIOCARE AGLI INDIANI - Tutto Renato dalla A allo Zero

AMAZON SMASHWORDS Che un ebook venga accolto con tanto favore da chi è dentro l'argomento, e magari aveva letto il libro precedente, fa piacere: vuol dire che sono riuscito a fare di meglio, a non ripetermi. Ma che a scriverti sia anche chi non ha mai frequentato l'artista in questione, diffidandone per gusti e motivi suoi, e adesso ti confida che "non vedo l'ora di procurarmi tutti i suoi dischi e ascoltarli uno dopo l'altro rileggendo i tuoi capitoli", ecco, più di questo non si può chiedere, non si può sperare. E' successo, sta accadendo, e non c'è gratificazione più grande di questa. Gli stessi commenti su Amazon sono lusinghieri, e, se posso dirlo, un po' ci speravo perché ho davvero cercato di fare una cosa del tutto nuova, mai così matura, e curata al massimo del mio impegno.

DUE CHITARRE

Tu credevi d'esser senza fine Ora credi all'ultimo domani E ogni rosa hai chiuso e sono vani I discorsi che non ti farò Sorsi di ogni cosa mandi giù Nelle vene, nella mente e al cuore Era come il mondo quel tuo cuore Ma tu indietro non ti volti più Salti sopra un vetro di follia Fino a che lo sfondi, non mi senti Me come nel vento le campane E non so più quanto mi rimane Cento settimane di noi due Come due chitarre innamorate Sere blu di raso e vita a fiumi Ma ogni rosa hai chiuso nelle mani

ASSENZIO

Son venuto a trovarti nella sala Quante gente eppure c'è silenzio Chi guarda un giornale, chi la tele E chi conta le gocce d'assenzio Fuori c'era un sole radioattivo C'era il mondo con le sue ferite Sullo sfondo un coniglio cattivo E un grappolo figlio della vite Sorridevi senza dire niente Io che mi sentivo un po' marziano Si sentiva il tempo gocciolante Sorridevi guardando lontano Ma cos'è, che senso ha l'estate Se sei di te stesso prigioniero Anche stare qui, gialle pareti Ma vedo un immenso mare nero Ricamare tende di dolore Con pazienza, dimmi fino a quando Biciclette, è un cappello la sera Un'udienza di bandiere al vento Son venuto a trovarti un bel mattino Tu non c'eri, non c'era nessuno Una danza ha lasciato una ciocca Ecco tutto, e altri con l'assenzio

CASOMAI

Casomai qualche dubbio ancora sussistesse, vi regalo non una non due ma ben tre, signore e signori, mi voglio rovinare, dico tre conferme definitive. La prima: non ha vinto chi ha vinto ma ha vinto chi dice che ha vinto ovvero quelli che hanno perso; il quorum non conta, la gente è stufa, signora mia (stufa di Renzi), è ora di trivellare il regime, il popolo lo ha detto forte e chiaro. Questi fanno la conta sui numeri assoluti, che suonano bene, dimenticandosi che la consultazione si gioca sul raffronto tra positivi e negativi. L'avevamo detto, che di democrazia sanno poco e niente. Non contenti tuttavia, i promotori annunciano fatidico ricorso alla Corte Europea, a quella dei Diritti dell'Uomo, all'Onu, all'Areopago, perché o la spuntano o la spuntano. La seconda: il referendum era così tecnico, così specifico, così urgente che, sempre nelle parole dei promotori, “è servito a mandare un segnale, la rivoluzione oggi è più vicina”. Meno male, corriamo a sceglierci i

Lucio Battisti e il fascismo, leggenda priva di fondamento

Lucio Battisti e il fascismo, leggenda priva di fondamento

UN LEGGERO SOSPETTO

Altro giro (su Facebook), altro regalo. A dispetto delle avanguardie ambientaliste che han fatto dagli Appennini alle Ande per tornare al loro paese “a votare per il referendum e votare sì” (alla faccia del chilometro zero), a dispetto anche della propaganda lievissimamente faziosa delle varie Gabanelli, Dagospia, preti e giudici costituzionali, è andata come è andata. Col risultato che segue: se il referendum riusciva, era la volontà popolare, che va sempre rispettata, che è sacra; siccome non è riuscito, allora siamo un popolo di merda in un Paese di merda che non merita la democrazia (articolo di cui certi avanguardisti si riempiono la bocca senza minimamente conoscerlo), che ha tradito la libertà, che sputa sulla memoria dei nonni che, come diceva il prof. Marcellini, hanno dato la vita hanno dato la vita hanno dato la vita. Per cosa? Per concederci questo diritto, che tuttavia, declinato in forma di ricatto, è da intendersi come dovere assoluto e perenne, stante l'uso com

MEGLIO DI TE

Losco ritagli il vento Ma ne conosco tanti E sono tutti meglio Di quelli come te Gente che si commuove Come bambini ancora E sa che ogni suo slancio La sfortuna lo spezza Ma lascerà bellezza Dopo ch'è andata via Come d'amore brezza In buona compagnia Abbonati al silenzio Di mille porte chiuse Agli avanzi di rose A illusioni di stelle Sì, ne conosco tanti Senza santi però Sono meglio di te Di quelli come te Coi sogni incerottati Non imparano mai Nati storti, che vuoi Ma i loro mondi tu Non immaginerai Con le tue falsità Le paranoie vane L'ombra di quell'odore Sull'anima e le mani Tu ridi, ma i tuoi riti Sono scatole blu Anche ingrata la vita E' qualcosa di più Io ne conosco tanti Di quelli come te E siete tutti uguali Prevedibili infami Insieme non valete Uno sguardo sconfitto Il deserto che resta Dove il sorriso è morto

Fermo, il caso delle bombe contro le chiese

Fermo, il caso delle bombe contro le chiese

SFASCIATE

Nessun dubbio su come andrà il referendum spacciato contro le trivelle: trionferanno i sì, per la semplice ragione che è la soluzione sbagliata. Come già accaduto con gli altri referendum truffaldini sull'acqua “pubblica”, cioè dei partiti, e contro il nucleare che non c'era. Non è neppure vero quello che dice quel candidissimo fariseo ultraottuagenario di Paolo Grossi, appena messo a capo della Consulta: sostiene di andare a votare “in piena libertà” ma vuol dire senza dirlo di andare a votare come dice lui e cioè “sì” e cioè contro le famigerate trivelle; è solo l'ultima delle pressioni da alto loco, a conferma che nell'urna referendaria ciascuno non è libero di votare come crede, perché deve dare garanzie precedenti, come, ad esempio accadeva agli studenti maturandi, minacciati di bocciatura dai professori militanti, ovvero tutti, se non avessero votato “per l'acqua pubblica”. Non importa comprendere il vero senso di un referendum fellone, l'ennesimo,

GIOCARE AGLI INDIANI - Posta e risposta

AMAZON SMASHWORDS Sei stato di parola, “Giocare agli Indiani” è meglio di “Ti vivrò accanto”, più maturo, più equilibrato. Questo potrebbe davvero essere il libro definitivo su Zero, ma perché non lo hai proposto a una casa editrice? Pino, Genova Perché mi sono stufato di un mondo editoriale che per me è incompatibile: le case piccole sono insussistenti, quelle grosse pretendono cose che io non so dare. Così è tutto più semplice e la prima cosa è l'onestà. Nessun compromesso. Dopo avere letto le critiche a AMO e altrove, pensavo che avresti agito per partito preso invece il disco ALT è raccontato senza pregiudizi, poi non ho visto recensioni da nessuna parte. Roberto, Roma Non voto da una vita, figurati se prendo un partito. Libro molto completo e molto bello, ti porta proprio dentro i dischi di Renato e alla fine non ti pare possibile che sono passati 50 anni. Ma ho notato che il finale, “Sipario”, riecheggia a nuova canzone “In questo misero

SILENZIO

Io sono la ragazza lungo il viale Con un pacco di fogli tutti uguali I volantini che urlano a colori Mille cose che non comprerai Ma tu non condannarmi al silenzio Non abbandonarmi nel silenzio Io sono la ragazza all'altro capo Con un sacco di nomi tutti uguali Coi numeri uguali sullo schermo Quelli senza faccia, senza tempo Ma non mi giustiziare col silenzio Non mi scaricare nel silenzio Io sono la ragazza col grembiule Che ti porta il piatto ed il bicchiere Esisto un istante, lo so bene Ma tu non mi sprezzare nel silenzio Non mi dimenticare nel silenzio Sono quella dei mille mestieri Meno uno soltanto, quello no Ma tu non mi nutrire di silenzio Non mi violentare nel silenzio Anche questa mattina mi sono pettinata Mi sono truccata con vernice da poco Ho trovato, miracolo, un sorriso E un selciato di passi verso il nulla Ho paura quando riapro la porta Ho paura quando la richiudo Ho paura di credere infine Che non vivo, p

Panama? Si risolverà in un odioso «così fan tutti»

Panama? Si risolverà in un odioso «così fan tutti»

LA METRO

Quando il cielo s'è spostato Quando il sole s'è stufato Era qui un attimo fa Era estate, adesso è già Un passato mai passato Una pioggia senza età Quando è stato che la vita M'ha tradito e se n'è andata Dalla metro sono sceso E non son tornato più E ora guardo dietro al vetro Gocce che sanno d'inverno E le tracce del ritorno Io le ho perse e poi chissà Se davvero ho camminato Se qualcosa c'è d'eterno Qualche cosa in fondo al libro Che io stesso ho scritto o fu Fu soltanto il compromesso Tra non vivere e morire Quasi quasi si fa sera Controvento piove ancora E lontano, chissà dove La mia metro passa e va

GIOCARE AGLI INDIANI è disponibile

AMAZON SMASHWORDS La drammatica vita, scandita nei dischi e nelle singole canzoni, dell'Artista più imprevedibile e incontrollabile della scena italiana. I grandi successi, le crisi, i passi falsi, le risalite, le contraddizioni. Tutto in un Canzoniere come uno specchio, unico per ammissioni e rivelazioni, per raccontare di una identità sempre cercata, sempre cancellata, sempre riscritta. Una Favola incredibile, che non finisce mai. AGGIORNATO ALL'ULTIMO ALBUM "ALT"

IL BABAU

Dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata non scrivo perché non ci ho capito niente, però ho una impressione: di una intromissione, anzi della solita intromissione della fatale procura di Potenza, quella di Woodcock, il pm che più le perde e più si agita, come fosse sempre alla ricerca di una sponda politica; questa volta si direbbe l'abbia trovata in Grillo e col traffico di influenze, che mi pare una fattispecie peggio del concorso mafioso esterno, un po' da categoria dello spirito. Non mi ispira, per dire, la faccia vagamente alla Peppa Pig dell'ex ministro Guidi, ma non ho ancora capito di cosa sia imputata, se è imputata (e risulta di no), a parte aver avuto a che fare con uno che a guardarlo, subito pensi: questo è il più classico degli sfigati intrallazzoni. Ma questi sarebbero anche affari suoi, dell'ex ministra. Tutt'intorno, una demonizzazione demenziale verso il petrolio, gli affari sul petrolio, il babau del petrolio, come solo i grillini pote

STRIDA

Quando la nebbia è sulla collina E il grattacielo è sempre più sporco Un bimbo schiaccia primule al parco Ed io respiro quel che non c'è Il mare è solo acqua di tempo L'uovo del tempo si rompe ed esce Un'altra estate che non vivrò Rose di sere morte e già ho Assaporato ogni tramonto Ogni lampione senza momento Senza più ombre di chi eri tu Quando la radio trasmette noia e nello specchio mi vedo vecchio E sotto gli occhi scorre l'età Di queste notti fatte di onde Echi di strida di felicità E il cane è tornato in canile E nel piatto c'è un po' di dolore Ed è ora di andare a dormire E sono inutile anche per Dio

LA POSIZIONE DEI MISSIONARI

Leggo un post di Alessandro Gnocchi che ha scorso gli inserti domenicali dei giornali: la destra fa schifo, il capitalismo fa schifo, Trump vera minaccia mondiale, vai col tango. Conosco Alessandro e so che non esagera, del resto mi basta un rapido giro per le homepage dei giornali: stessa musica. Lunedì mattina, m'infilo in macchina e giro un po' per le stazioni: la mitica Radio3 Rai mena la danza, profughi, migrantes, “Grescia”, giustizia, diritti, minoranze, un altro mondo è possibile, la colpa è delle religioni, che fanno schifo però non c'entrano, però funerali “laisci”, però movimenti, fare rete, mondo “globbalizzato”, multikulti e kulture “altre”, tutto un virgolettare verbale, che si capisca, che sia chiaro che noi siamo “altro”, che intendiamo “altro”, che la nostra è informazione “alternativa”, “non allineata”, che sorge “dal basso”, concordata con la gente, con gli amici, i compagni ascoltatori che sono parte attiva del “dibbattito”, via alle telefonate, aaa

LE CAROTE DEFICIENTI

Leggo che qualcuno esulta per il primo asilo vegano a Milano. Mi verrebbe da preoccuparmi, ma poi ci penso meglio e rifletto: mica sono figli miei, se dovranno ammalarsi o morire per le idiozie di genitori deficienti, amen. Ha ragione Facci, sul veganismo non si può discutere oltre il livello della farsa trucida, non ha senso interrogarsi sul mistero animale, qui ci sono solo schiere di fannulloni e violenti che ridefiniscono in senso alimentare il vecchio antagonismo criminale, sono la costola biologica dei no triv no trim no tav si drog, parassiti che tuttavia, riuscendo ad infilarsi in qualche apparato statale, potrebbero chissà anche cambiare idea, vedi l'utilissimo Mascia, uno dei tanti pupazzi Rockefeller di Travaglio, contro regimi, sistemi e partiti fino a che non si è incredibilmente candidato a Roma col PD e un orsacchiotto sotto al braccio (è stato violentemente trombato ed è tornato all'antagonismo duro, puro e travagliato). Siamo pieni di lestofanti, scorie, s